Nata oltre 30 anni fa come radio parrocchiale, presto diffusa in tutto il mondo fino a contare oggi emittenti attive in 70 paesi nei cinque continenti, Radio Maria è un punto di riferimento per il popolo cattolico. Oggi la benedizione del Papa, durante l’udienza all’intera Associazione, per quella che più di una programmazione è diventata “una vera missione”, svolta “con fedeltà al Vangelo e al Magistero della Chiesa e in ascolto della società e delle persone, specialmente dei più poveri ed emarginati”. “Attraverso di voi, si rendono idealmente presenti qui i volti e i cuori dei vostri ascoltatori che, in misura crescente, apprezzano e seguono i programmi radiofonici di Radio Maria e la sostengono con il volontariato e le offerte”, dice Francesco salutando i dirigenti delle diverse emittenti, convenuti a Roma per riflettere su quello che potrebbe essere chiamato “il carisma di Radio Maria”.
Ricorda quindi l’obiettivo che la Radio si è proposto fin dalla sua nascita, ovvero “aiutare la Chiesa nell’opera di evangelizzazione” e “farlo nel modo suo proprio, cioè con la vicinanza alle preoccupazioni e ai drammi della gente, con parole di conforto e di speranza, frutto della fede e dell’impegno di solidarietà”. “Un obiettivo chiaro e alto, perseguito con determinazione e costanza, che ha saputo guadagnarsi attenzione e seguito non comuni”, afferma il Pontefice. “Nel portare avanti il vostro intento – prosegue – vi siete fidati della Provvidenza, che non vi ha mai fatto mancare i mezzi per le necessità quotidiane”, sia “per l’ammodernamento delle tecnologie”, in modo da disporre di strumenti “al passo con i tempi”, sia per lo sviluppo stesso della Radio, prima in Italia e poi nel mondo, “con una capillarità e una rapidità sorprendenti”.
Una strada costellata da successo, dunque. Ma non c’è da sorprendersi, dice Bergoglio, “Maria, la Madre di Dio e Madre nostra, sotto il cui nome e la cui protezione è posta la vostra Radio, sa trovare il modo per compiere, a partire da piccoli e umili inizi, grandi opere”. Il diffondersi di Radio Maria in tanti ambienti diversi per cultura, lingua e tradizioni, osserva il Pontefice, “costituisce una buona notizia per tutti”, dimostrando che, “quando si ha il coraggio di proporre contenuti di alto profilo a partire da una chiara appartenenza cristiana, l’iniziativa trova buona accoglienza oltre le migliori previsioni”; a volte anche “presso coloro che magari per la prima volta vengono in contatto con il messaggio evangelico”.
La sfida, ora, dice il Papa, è mantenere questo “stile di sobrietà, pur nella ricerca degli strumenti adeguati”. Francesco invita pertanto a perseverare in questo impegno di diffusione della buona notizia, perché “diffondendo il Vangelo e la devozione alla Madre di Gesù, promuovendo l’amore alla Chiesa e alla preghiera, si offre un ‘canale’ valido per ascoltare belle riflessioni, per imparare a pregare, per approfondire i contenuti della fede che edificano e ampliano gli orizzonti”. In tal senso, la Radio – soggiunge – diventa mezzo di comunicazione non solo di “un insieme di notizie, di idee, di musiche senza un filo conduttore”, ma “un mezzo di prim’ordine per veicolare la speranza”, che è “ben più di una semplice consolazione spirituale”, e anche “per offrire buona compagnia a tante persone che ne hanno bisogno”.
Proprio questo – afferma il Santo Padre – spiega il motivo per cui oltre 30 milioni di ascoltatori nel mondo si sintonizzano ogni giorno su Radio Maria e tanti altri volontari offrano un contributo per sostenerla. “Tutti coloro che ascoltano i vostri programmi radiofonici – dice il Papa – vi riconoscono come una Radio che dà ampio spazio alla preghiera, testimoniando che, quando ci si apre alla preghiera, si apre la porta, anzi la si spalanca, al Signore”.
Nel fare questo il Pontefice indica come “modello” la Madonna: “È necessario amare con il cuore di Maria per vivere e sentire in sintonia con la Chiesa”, sottolinea. E conclude incoraggiando “a coltivare sempre il ‘giardino interiore’ della preghiera, dell’ascolto della Parola di Dio, e di avvalervi di buone letture approfondendo la vostra fede”. In altre parole, “fare voi stessi ciò che proponete agli altri con i vostri programmi”.