Si è tenuto ieri, 27 ottobre, presso l’Auditorium Antonianum, l’incontro promosso dalla Pastorale Universitaria tra il card. Agostino Vallini, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, e le matricole universitarie di Roma. Durante l’apertura, condotta da uno dei responsabili dell’Ufficio della Pastorale, è stato sin da subito ricordato come non sia sufficiente, per il cammino umano e culturale degli studenti di oggi, il solo fissare nozioni ed affrontare letture: è infatti altresì importante che le università possano fornire un valido strumento mediante il quale gli ideali dei professionisti di domani possano essere trasformati in progetti d’azione.
Tra questi, quello dell’integrazione, tanto caro alla nostra epoca. “Nessuno a Roma è un fuori sede”, è stato più volte dichiarato nel corso della serata, soprattutto tenendo in considerazione come all’interno di una città come Roma sempre più studenti si ritrovano e trasferiscono ogni anno per inseguire i propri percorsi di studio. “L’attività intellettuale è un elemento fondamentale per l’evangelizzazione della responsabilità. Il cristianesimo non può fare a meno di mostrare l’attesa, la ricerca, la passione e l’attenzione verso la verità; ottenuta dal confronto con l’ambiente accademico prima e quello sociale politico e professionale poi”.
È intervenuto poi il rettore dell’Università Roma Tre, professor Mario Panizza, il quale ha confermato come non esista, nell’ottica universitaria e della formazione, una cultura dominante, bensì la disponibilità ad accogliere quelle altrui, analizzandole con la stessa sapienza, saggezza e valore con cui si misura la propria. “La cosa più importante che i ragazzi devono apprendere – la sua riflessione – è che la sapienza va impiegata, così come nelle discipline, anche e soprattutto nel rispetto degli altri. Penso che, sforzandoci di lavorare verso la pace, il progresso, la fede e carità nei confronti di tutti, Roma possa dimostrare la sua capacità di accogliere”.
Una linea, questa del servizio per il prossimo, che passa attraverso la formazione, i cui frutti Panizza è convinto si vedano ogni giorno nell’ambito universitario. “Spesso chiedo il sacrificio ai miei studenti di recarsi molto presto in facoltà, ma quando i giovani vedono che si lavora di più per loro, che si è generosi, essi rispondono con grande passione”, ha detto.
A fargli eco sono state le parole del card. Vallini, il quale ha raccomandato alle matricole di vivere la loro esperienza universitaria come una lieta avventura che forma ed arricchisce e come un’opportunità di vita per stabilire nuovi rapporti umani: “Avere un orizzonte culturale e universale è una grandissima ricchezza, data dall’incontro di diversi saperi”, ha detto il porporato. Che ha poi invitato gli studenti a studiare molto – “non solo per gli esami” – e a frequentare, “perché l’incontro con il docente offre qualcosa di più di quel che si può trovare nei testi e su Internet: il rapporto umano”.
Non ha poi mancato di parlare del Centro Giovanni XXIII, spiegandone la realtà, quella di una residenza universitaria che accoglie giovani in particolari difficoltà, provenienti dai Paesi in via di sviluppo dell’Est europeo e dell’America latina. “Giovanni Paolo II ha sostenuto questa iniziativa, la quale ad oggi accoglie 54 studenti, tutti laici ed appartenenti a diverse culture e religioni, per dar loro una possibilità di formazione nonché quella di un’esperienza cristiana”, fa sapere.
E alla domanda di uno studente circa i consigli che suggerirebbe a loro matricole per adeguatamente vivere la dimensione spirituale della giovinezza, risponde riportando la sua esperienza personale; quella di quando era solo un bambino che, dodicenne, di fronte alla scomparsa della figura materna ed allo struggimento nel cercare di comprendere il mistero della morte, trovò le sue risposte nella lettura e studio del Vangelo: “Per cui, se in questi anni di studi a Roma la vostra dimensione culturale universale si allargherà, se il vostro lavoro di studio quotidiano vi arricchirà, la dimensione spirituale pure ne gioverà e saprà rispondere ai grandi interrogativi della vita. Bisogna intendere infatti lo studio come qualcosa che si riceve per donarlo indietro”, ci tiene a precisare. Ricordando infine il Giubileo della Misericordia che è alle porte, crede questo sarà l’occasione per chi la cercherà di scoprire la grandezza dell’amore di Dio nella propria vita.
A conclusione dell’incontro è poi andato in scena il musical sulla vita di San Francesco Forza venite gente, rappresentato dagli studenti universitari ed organizzato dal Laboratorio teatrale e dalla Corale universitaria del Campus Bio-Medico di Roma, caratterizzato da una vena di leggerezza, genuinità e passione, molto apprezzata dai presenti.