Alla decima edizione della Festa del Cinema di Roma, nella selezione Omaggi-Tributes, è stato presentato il documentario Sinatra – All or Nothing at All di Alex Gibney, che racconta la storia dell’uomo e del mito di Frank Sinatra.
Opera filmica suddivisa in due parti, di due ore ciascuna, dove si tratteggia il ritratto a 360° dell’artista e dell’uomo: cantante osannato dalla critica e dal pubblico, per il talento indiscutibile della sua voce e per le melodie indimenticabili delle sue canzoni, e uomo iperattivo nel campo sociale e politico, incline però anche a frequentazioni malavitose, che lo fecero più di una volta finire sulle prime pagine dei giornali.
Il film di Gibney, composto da filmati di repertorio unito al materiale fotografico, fa diventare la storia di Sinatra, anche un importante testimonianza storica dell’America dalla vigilia della Prima Guerra Mondiale agli albori del nuovo millennio.
Francis Albert Sinatra nasce da una famiglia di umili origini italiane, da padre siciliano e da madre ligure, vive in una modesta casa a Hoboken e la sua passione irrefrenabile per il canto si manifesta già a quindici anni, preferita alle attività scolastiche.
Questo scatena divergenze con il padre Anthony Martin, che vorrebbe per il figlio un altro genere di lavoro e non accetta di assecondare la sua scelta artistica, così a tal punto che il giovane scappa a New York per realizzare il suo sogno.
Frank diviene un cantante di saloon, seguendo l’esempio di Bing Crosby, e questo lo porterà all’incontro fortunato con il trombettista Harry James, con il quale collabora durante gli anni ‘30 e nel 1939 registrerà la sua prima canzone All or nothing at all.
Da quella data inizia la sua ascesa verso il successo, diventando l’idolo incontrastato per tantissimi giovani, raggiungendo il primo posto delle classifiche americane, e soprannominato a titolo mondiale come “The Voice” (la Voce) .
E otterrà ruoli importanti anche nel cinema, come la commedia musicale Due marinai e una ragazza del 1945, ma è nel 1953 con il film Da qui all’eternità che gli verrà conferito un Oscar come miglior attore non protagonista. Il cinema e gli amori con le attrici segneranno profondamente la sua vita: Ava Gardner e Lauren Bacall, concludendo con la giovanissima Mia Farrow, non hanno comunque potuto fermare la sua natura infedele e narcisistica.
Ma Sinatra è stato anche un fervente attivista , contro la campagna di discriminazione razziale che invadeva l’America negli anni 50, sostenendo l’amico musicista Sammy Davis Jr ed includendolo nel suo team di artisti (Dean Martin, Peter Lawford e Joey Bishop) del celebre gruppo Rat Pack, che si esibiva in spettacoli a Las Vegas, e che era divenuto celebre grazie al film Ocean’s eleven.
Con la sua fama cresce anche la sua vena imprenditoriale, abbandonerà la Capitol Records e costruirà la Reprise Records, una nuova etichetta discografica, cercando di reinventarsi di fronte al nuovo genere musicale del rock e del suo astro nascente: Elvis Presley. Proprio con quest’ultimo, improvviserà un divertente duetto in una trasmissione televisiva.
Ma Frank Sinatra non cambierà mai il suo stile romantico e melodioso per dedicarsi alle nuove mode, perché è proprio in quel genere musicale che l’ha trasformato in un mito distinguendolo dagli altri. Anche gli incontri successivi con i nuovi artisti, come Neil Diamond, Tony Bennet e Michael Jackson, non riescono a scalfire la sua allure ed eccellenza vocale.
Ma il documentario di Gibney mostra anche i lati oscuri del carattere di Sinatra, come i suoi rapporti non definiti ma sempre costanti con la mafia, e le sue amicizie politiche, prima con la famiglia Kennedy e poi con il neo presidente Nixon, entrambe non sempre con fini leciti.
Eppure con tutta questa intensa attività artistica e con tutti gli scandali, i vizi ai quali era dedita la star (donne, alcool, gioco) di Sinatra viene sottolineata la sua viva partecipazione nelle opere di beneficenza e i suoi viaggi nelle terre più povere della terra, ponendo quasi sulla stessa linea del successo e dei soldi guadagnati.
Dagli anni ‘70 in poi, ci fu un lento declino per il grande Sinatra. Purtroppo l’età e le nuove tendenze musicali minacciavano la sua carriera, così diminuì i suoi concerti e fece solo delle straordinarie partecipazioni: come quella dell’autunno del 1985 alla Carnegie Hall di New York.
Una vita fatta di trionfi professionali, ma anche di dolori personali, alternata da momenti di euforia a quelli di malinconia, l’esistenza di Frank Sinatra stava volgendosi alla fine. Morì stroncato da un infarto, il 14 maggio 1998 a Los Angeles, all’età di 83 anni.
Così il cantante che aveva conquistato il cuore di milioni di persone con le sue indimenticabili canzoni come: Fly me to the moon, That’s life e My way, si trasformò definitivamente in un’icona della musica internazionale, capace ancora di emozionare le future generazioni, e di sopravvivere nel tempo.