Un mondo che punta sulla materialità dell’esistenza umana, basandosi solo sulle capacità relazionali e razionali del singolo o del gruppo, senza ricercare la luce divina che viene da Cristo, è destinato a farsi del male. Senza questa luce è impossibile all’essere umano conoscere la sua verità, necessaria per vivere la propria dimensione non solo da se stesso. C’è da dire che spesso chi ha incontrato il chiarore di Dio non svolge bene il suo compito di farlo conoscere agli altri. La Chiesa, e con essa ogni sua funzione e parte delle sue innumerevoli membra, ha certamente un suo onere quando la società arretra in un tempo senza lucidi orizzonti. Lo stesso singolo cristiano, che è Chiesa, non può rimanere a guardare, giudicare, criticare, senza mettersi al servizio del prossimo e fargli gustare il calore della sua conversione. La grandezza della missione di Papa Francesco sta proprio nella sua continua testimonianza teologica, spirituale e materiale a favore di una Chiesa di Cristo capace di riprendersi la sua identità originaria. Una nuova veste, con radici antiche, a discapito di un potere temporale che è duro a morire, nonostante i proclami giornalieri di qualunque credente e di chi dall’alto del suo ministero lo disdegni solo a parole. A molti probabilmente fa comodo avere una Chiesa più vulnerabile, immersa nel dominio secolare, per meglio giustificare la personale connivenza con le cose del mondo. Non è certo facile andare verso la linea dettata dal Santo Padre, ma non c’è altra strada, pena, come tra l’altro già succede, di porre la Casa del Signore alla stregua di una qualsiasi prestigiosa associazione civile, politica, economica, sociale.
Un pericolo questo che farebbe ripiombare la comunità degli uomini in un relativismo più oltranzista e sostitutivo della Parola, per l’esaltazione del tanto corteggiato “Pensiero Unico”. Passaggio sociale capace di illudere pesantemente l’umanità, consegnandole un futuro sempre più scintillante e apparentemente appagato. Ci troveremmo di fatto dinnanzi allo svuotamento di ogni valore sapienziale e di quel diritto naturale che hanno sempre assicurato prosperità e dignità ad ogni epoca storica. Chiare a proposito, senza possibilità di equivoci, le parole del teologo mons. Costantino Di Bruno: “Dove la luce di Cristo non viene fatta brillare, con grave responsabilità della Chiesa, lì né Dio si conosce e neanche l’uomo. Si adorerà un falso Dio, un idolo, o un Dio semplicemente abbozzato e anche l’uomo sarà falso, un idolo o semplicemente e appena “schizzato” nella sua umanità. Cristo Gesù è il solo cardine di verità dell’universo, la sola scala che unisce cielo e terra, Dio e l’uomo, la sola luce che rivela chi è Dio e chi è l’uomo. Senza Cristo, le tenebre avvolgono il mondo”. O si cambia rotta o la cecità del cuore dell’uomo, rischia di essere istituzionalizzata, per la felicità di chi non vuol vedere e meglio realizzare ciò che in pochi decideranno per il destino di molti. È paradossale, ma una volta l’umanità vedeva meglio e di più. Sicuramente distingueva un uomo da una donna; una persona da un animale; una famiglia da qualsiasi altra unione. Osservava gli esseri creati nella loro verità più autentica. Satana non ha però mai gradito che la specie umana vedesse la profondità e la realtà delle cose e giorno dopo giorno ha fatto di tutto perché le tenebre la imbrigliassero, affascinandola con una luce falsa e artefatta, fonte di menzogne e di illusioni.
La cecità oggi è di riflesso aumentata e rischia di confondersi con l’oscurità e non solo. C’è chi infatti la considera un risultato da sigillare con una norma parlamentare e porla sul piedistallo della libertà e delle conquiste sociali che la storia abbia mai conosciuto. Non a caso la famiglia è solo una semplice realtà fra tante, priva della sua forza ontologica; così come la differenza di genere, una normale scelta di libertà personale. Quando manca la luce può succedere di tutto e ogni cosa sarà possibile snaturarla a tavolino, secondo i calcoli e le convenienze di un mondo che punta su quello che di meglio può prendersi dai suoi desideri senza confini. L’oscurità ha più che mai contagiato, come cancro, l’essenza della natura dell’uomo, ma anche la sua fisicità, corporeità, spiritualità, missione. Un disastro simile supera persino quello esistente al tempo di Noè, che provocò il diluvio universale e la distruzione dell’umanità infetta. La luce comunque non si impone. La luce si chiede; la si offre con la testimonianza. Il problema più grande è che l’uomo ha deciso di espellere dalle sue città il Figlio dell’Uomo e la sua Chiesa, senza risparmiare chiunque li rappresenti nella verità. Dobbiamo pregare tutti assieme per questo Papa e per quella Chiesa che vuole riprendersi le origini della sua missione, per dare forza a chi vuole coltivare il buoi e chiamare a gran voce quel Cristo crocifisso, oggi inscatolato nei magazzini degli uffici allergici al segno più grande della verità umana. I nuovi Farisei cercheranno, come fecero con il cieco di Gerico, di farci tacere, ma nello stesso modo di quel non vedente bisognerà gridare più forte. Gesù, alla maniera del vangelo, si fermerà e chiamerà ognuno, per la vittoria della luce sulle tenebre. “Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada”.
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