In questi mesi drammatici, segnati da un flusso incalcolabile di migranti dal Medio Oriente verso l’Europa centro-orientale, con tutte le controversie relative ai respingimenti, spicca l’immane lavoro di accoglienza da parte della Caritas ungherese, che a margine dell’Udienza Generale di mercoledì scorso, ha consegnato a papa Francesco una doumentazione sull’attività svolta in tale ambito.
La Caritas è in contatto settimanale con i campi di accoglienza e i punti di raccolta e continua a dare aiuto ai richiedenti asilo, sulla base di una valutazione delle necessità e delle previsioni delle organizzazioni ufficiali fornite ai migranti.
Regolarmente trasporta nei campi oggetti donati, acqua potabile, viveri e materiali per l’igiene, in modo che il numero variabile di persone non causi difficoltà nella cura necessaria dei migranti.
Ai punti di raccolta, la Caritas ungherese ha fatto giungere viveri, cibi per bambini, omogeneizzati, vestiti, accessori per la pulizia, biancheria, asciugamani. A partire dal mese di agosto ha fornito ai migranti un totale 10mila bottiglie di acqua naturale.
Un aspetto specifico dell’accoglienza dei migranti riguarda i minori, per i quali la Caritas ungherese ha stipulato un accordo di cooperazione con il Centro di accoglienza “István Károlyi” di Fót, più volte visitato dal direttore nazionale della Caritas, monsignor Gábor Écsy. A settembre, il centro è stato finanziato dalla Caritas con case di legno, dotate di servizi basilari ed aspirapolveri, per il valore di mezzo milione di fiorini.
Durante la settimana tra il 7 e il 15 settembre, durante la quale quasi 20mila migranti hanno oltrepassato il confine con la Serbia, i volontari della Caritas hanno prestato loro accoglienza 24 ore su 24 presso Röszke, visitando oltre 1000 malati.
Durante tutta la settimana quasi 20mila migranti hanno passato il confine, i punti di accoglienza sono stati tutti riempiti, cosicché nei terreni coltivabili, dove si sono creati altri punti di ricezione, i bus della polizia li aspettavano, per trasportarli nei campi profughi. Nei punti di ricezione hanno trascorso tutta la giornata e la notte senza cure, al giorno più di cento, in alcuni casi più di mille sono rimasti al freddo e nella pioggia.
La Caritas è intervenuta, sin dall’inizio, quando sono cominciati ad arrivare i profughi, sia dal punto di vista medico sia sociale. Durante la settimana hanno visitato più di 1000 malati, e più di 100 volontari hanno garantito le cure, anche qui sotto la guida costante ed operativa di mons. Écsy.
Al confine austriaco, a Szentgotthárd, la Caritas è stata presente dal 9 al 20 settembre, distribuendo acqua, biscotti, articoli per l’igiene, mele, coperte e vestiti. La Caritas diocesana di Szombathely ha sostenuto con una somma di più di 5 milioni di fiorini i migranti di passaggio, mentre la parrocchia di Körmend ha distribuito donazioni per un valore di 600 fiorini.
A Zákány, al confine con la Croazia, la Caritas in più occasioni ha aiutato famiglie di profughi, distribuendo viveri. I volontari della Caritas sono costantemente disponibili nelle zone di confine, secondo le necessità partecipando alla promozione del sostentamento.
La Caritas ha elaborato un programma che riguarda i profughi, giunti in Ungheria, con il fine di aiutare in modo complesso profughi bisognosi o entrati in situazione critica (con particolare riferimento alle famiglie, agli anziani ed ai malati), alle persone che hanno ricevuto lo status di rifugiato o tutelato, alle persone minorenni senza accompagnatore che hanno inoltrato una richiesta del diritto d’asilo nonché alle vittime delle violazioni dei diritti umani ed alle vittime delle persecuzioni basati sulla religione.
Secondo le statistiche della Caritas, l’afflusso di migranti in Ungheria è passato dai circa 25mila del 2014 ai quasi 300mila del 2015 (dati limitati ai mesi da gennaio a ottobre). Circa l’80% dei migranti sono di sesso maschile. I richiedenti asilo sono oltre 150mila, mentre oltre 100mila hanno tra i 18 e i 34 anni.