Anche dal comportamento di due torrenti ho potuto trarre una lezione di vita.
Ero appena arrivato a Pontedilegno per una settimana di conferenze, ospite della casa dei Padri Pavoniani. Il gestore della casa aveva un’ora di libertà e ne approfittò per condurmi a visitare questo ridente paese dell’alta Valcamonica; zona di grande turismo e frequentata da numerosi villeggianti attirati dall’ottimo clima che offre all’altezza dei suoi 1200 metri.
Ovviamente facevamo il nostro percorso a piedi. Ad ogni angolo la mia guida aveva cose nuove e curiose da sottoporre alla mia meraviglia.
Proprio al centro del paese mi dice: ora andiamo a vedere dove nasce il fiume Oglio. Ci fermiamo al punto preciso in cui si incontrano due torrenti: il Frigidolfo e il Narcanello. “Questo scende dal Gavia – mi spiega – e l’altro dall’Adamello”. – “E l’Oglio…dove nasce?” – gli chiesi incuriosito. Lui mi sorrise.
Ancora non capivo dove e come potesse in quel punto nascere l’Oglio; anche perché vari anni prima ero passato da Sappada e con amici della montagna eravamo saliti al Peralba per visitare le gloriose sorgenti del Piave: una vera e propria sorgente, una polla d’acqua che sgorga dalla profondità della montagna.
Non capivo; mi aspettavo una sorgente simile a quella del Piave. L’amico, sorridendo alla mia sorpresa, puntualizza: “L’Oglio nasce precisamente in quel punto in cui – come vedi – i due confluenti si incontrano e le due correnti si fondono in un solo letto.
I due torrenti proprio in questo punto perdono il loro nome e la fusione delle due acque fa nascere una terza realtà che prende un nuovo nome: l’ “Oglio”.
Si può dire che i due torrenti nascono in alta montagna dall’amore tra il sole e la neve; sciolti dal calore, frutto di questo amore si mettono a correre per amore e per amare. Siccome l’amore vero è donarsi reciprocamente fino a perdersi l’uno nell’altro, appena si incontrano si tuffano uno nell’altro: il loro amore fa nascere una terza realtà.
Che bello – esclamai – proprio come dice Gesù. Lui, che con il sole del suo amore ci ha sciolti dalle nevi dell’egoismo, agli uomini dà un solo comando: “amatevi”, assicurando come risultato la meraviglia della sua presenza: dove due o più si fondono in uno nella mia carità, Io sono in mezzo a loro. E’ Lui la terza realtà che nasce da questa fusione.
Tu ed io, se viviamo l’amore reciproco, perdiamo, sì, il nostro nome, ma per essere l’Uno e chiamarci “Gesù”.
Ciao da p. Andrea
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