La più grande truffa sportiva della storia. La favola di Lance Armstrong, il ciclista che ha sconfitto il tumore ed è tornato in bicicletta, diventando il corridore più forte del mondo, era in realtà un imbroglio colossale, fondato su uno scientifico programma di doping. Questo l’oggetto di The Program, film del regista britannico Stephen Frears (The Queen, Philomena) che, mischiando le scene girate a filmati delle gare vere, offre una chiara sintesi della vicenda. Una pellicola da consigliare a chi conosce poco questa storia e vuole approfondirla. Per gli appassionati di ciclismo è l’opportunità di scoprire qualche dettaglio in più al prezzo di qualche passaggio narrativo troppo frettoloso. Una scelta in parte inevitabile data l’oggettiva difficoltà di sintetizzare quasi 20 anni di ciclismo in meno di due ore di film.
Si parte con il giovane statunitense Armstrong, fresco campione del mondo 1993, che affronta, in maglia iridata, le classiche del nord nel 1994. Lì si rende conto di non poter competere con i corridori più forti e Johan Bruyneel, allora ciclista e, in futuro, suo direttore sportivo, gli rivela che per arrivare a quei livelli avrebbe dovuto doparsi. È così che Lance, deciso a tutto pur di arrivare sempre più in alto, inizia a far uso di eritropoietina (o Epo), un ormone in grado di aumentare la produzione di globuli rossi, potenziando così la resistenza di un atleta. Arrivano nuove vittorie finché ad Armstrong, interpretato da un valido Ben Foster (Lone Survivor, X-Men: Conflitto finale), non viene diagnosticato un tumore ai testicoli alla fine del 1996.
La sconfitta del cancro trasforma la malattia in un’opportunità: con il fisico alterato da mesi di terapie, Armstrong diventa la perfetta cavia per il programma dopante del medico sportivo Michele Ferrari: prima attraverso l’Epo, poi con le autotrasfusioni di sangue. Doping assunto non solo texano, ma anche dai compagni di squadra. È il 1999, l’inizio della cavalcata, truccata e sovraumana, dei 7 Tour de France vinti consecutivamente. Una frode sportiva rivelata solo nel 2012 a carriera ormai conclusa
Frears traccia il profilo di un ciclista disposto a tutto pur di essere il numero 1 della bicicletta, così desideroso di primeggiare da trasformare la propria immagine in un marchio di successo e una fabbrica di soldi anche al di fuori delle gare. Un prodotto così invitante da vendere, per il mondo dello sport, dello spettacolo e perfino della politica, che quasi nessuno osava mettere in dubbio anni di trionfi senza mai un momento di crisi. Fra i pochi, il giornalista sportivo irlandese David Walsh (interpretato da Chris O’Dowd) del quotidiano britannico Sunday Times , mai convinto dal picco di prestazioni di Armstrong dopo la malattia. Il suo libro Sette peccati capitali: la mia ricerca di Lance Armstrong riassume oltre 10 anni di articoli e inchieste per smascherare la grande truffa e ha costituito la base per la sceneggiatura del film.
The Program è una storia esemplificativa di tutto ciò che lo sport non dovrebbe essere: puro desiderio di vittoria, fama e denaro, senza guardare in faccia niente e nessuno. Ma quando il castello di bugie crolla e le vittorie sono revocate e cancellate, resta solo un uomo vuoto e abbandonato a se stesso. L’ombra del campione che tutti credevano può solo confessare pubblicamente le sue colpe, ma nemmeno in quel momento arriva un vero pentimento.