Viviamo tempi strani e paradossali. Siamo al massimo della espressione logica e della razionalità, ma tutto è sempre più confuso. Addirittura uomo e donna non sono più verità assolute né identità precise. Lo stravolgimento è tale che la relazione primordiale tra i due generi maschile e femminile non è più riconosciuta come primaria. Su questo tema il dibattito è vivace. In tal contesto Ernesto Borghi, sposato e padre di due figli, docente stabile di esegesi e teologia del Nuovo Testamento presso l’ISSR «Duns Scoto» di Nola (NA), coordinatore della formazione biblica nella Diocesi svizzera di Lugano, presidente dell’Associazione Biblica della Svizzera Italiana (www.absi.ch) ha pubblicato pochi mesi fa, in vista del Sinodo dei Vescovi in corso il libro “Donne e uomini” (Effatà Editrice). Per saperne di più ZENIT lo ha intervistato.
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Di cosa parla il suo libro “Donne e uomini”?
Si tratta di un percorso di letture e riflessioni sulle relazioni familiari e sociali che vedono donne e uomini protagonisti. Il contenuto del libro è certamente composito: anzitutto vi è un esame esegetico-ermeneutico di una serie di testi del Primo Testamento (Genesi 1-2; Esodo 20,1-17/Dt 5,6-21; Qoèlet 3,1-15; Cantico dei Cantici 8; Salmo 1) e del Nuovo Testamento (Matteo 5-6; Galati 5; Romani 12,1-2; Atti 10,34-43), dai testi biblici in sé al loro valore esistenziale per la nostra contemporaneità. Poi una nutrita e articolata considerazione delle problematiche morali, sociali ed economiche di oggi per famiglie e società, dalla Chiesa cattolica a tanti altri contesti umani, dal sinodo dei vescovi cattolici 2014 verso quello del 2015. Infine, viene offerta una sintesi di tutto quanto scritto nel libro tramite alcune pagine di vignette, che danno una forma di linguaggio diversa e accessibile anche ad un pubblico di lettrici e lettori che non hanno necessariamente dimestichezza anzitutto con la parola scritta.
Quali sono ragioni che l’hanno spinta a scriverlo?
Questo volume è frutto della collaborazione di varie persone – oltre al sottoscritto cito con gratitudine la collega docente di teologia morale Gaia De Vecchi, la teologa e docente di religione a Torino Noemi Sollima, il direttore della Caritas di Lanciano (Chieti) Luigi Cuonzo – e istituzioni quali l’Associazione Biblica della Svizzera Italiana, la Caritas di Lanciano, le ACLI Ticino. Già questo fatto dimostra che un saggio centrato sul tema delle relazioni familiari e sociali è stato redatto per scelta a partire da diverse sensibilità e fisionomie personali e professionali. La motivazione fondamentale che mi ha spinto a curarne la redazione e a scriverne la maggior parte delle pagine è la persuasione che la qualità delle relazioni tra donne e uomini oggi sia un terreno decisivo per vivere l’esistenza in modo realmente umano e che, in questo quadro, la Bibbia delinei prospettive etiche preziosissime.
Che cosa c’entra la Bibbia con la famiglia e con il dibattito moderno?
C’entra moltissimo: basta considerare la qualità delle relazioni di coppia, di famiglia e di società cui invitano a guardare concretamente anzitutto i pochi testi che abbiamo analizzato nel nostro libro. Faccio soltanto due esempi. Molto importante anzitutto oggi è pensare, come dicono molti versetti di Genesi 1-2 letti in modo non tradizionalistico e astorico, che l’unione tra una donna e un uomo sia una prospettiva di vita splendida anzitutto in sé e non solo per la possibilità che ne nascano dei figli. Tale unione può, ad un tempo, migliorare reciprocamente i partner e favorire lo sviluppo dell’ambiente naturale. Forse ancora più significativo è considerare i principi dei rapporti tra gli esseri umani secondo quanto affermano Matteo 5-6 e Galati 5: un rispetto totale dell’altro e una libertà d’azione che è frutto della fiducia in un amore appassionato e responsabile e sta alla larga da ipocrisie e idolatrie di ogni genere. E anche soltanto dai passi biblici che abbiamo proposto giungono molte altre suggestioni che modalità intelligenti ed appassionate di leggerli possono offrire alla vita di tutti.
Qual è l’insegnamento della Chiesa cattolica sulla famiglia e perchè sembra scontrarsi con la modernità?
In ordine all’insegnamento ecclesiastico cattolico sulle relazioni interpersonali e sulla famiglia, dal presente al futuro, quello che mi pare essenziale non è certo la rincorsa verso modelli contemporanei poco responsabili e prevalentemente emotivi, ma un confronto sincero e creativo con l’amore evangelico.Occorre, a mio e nostro avviso, un ripensamento globale della formazione nel campo della pastorale catechetica dalla pre-adolescenza alla quarta età secondo tre principi essenziali:
• evitare dottrinalismi ed astrazioni accademiche, dando della fede cristiana un’idea che sia biblicamente radicata e radicale e non una forma di devozionismo e moralismo fine a se stessa;
• prospettare un’educazione alle relazioni affettive in cui l’essere umano sia considerato nella sua interezza (cuore e mente, corpo e spirito, piacere e sapere);
• non imporre precetti e comandi da ritenere universalmente e comunque formativi per tutti nella stessa forma.
Ciò significa che, a partire dalla rivelazione biblica sono indispensabili scelte sempre più nette ed educativamente lungimiranti:
• i percorsi per adolescenti e giovani devono abituare ad accostarsi alla logica dell’amore biblico in modo progressivo facendo interagire lettura biblica, interazione dialettica, incontri con testimonianze concrete, ecc.);
• gli itinerari di preparazione al matrimonio devono evitare di affrontare temi di morale sessuale superati dallo sviluppo culturale contemporaneo, offrire opportunità di confronto e discussione su temi che partano dal vissuto concreto degli individui.Tali percorsi devono essere coordinati da preti, religiose, laiche e laici che siano capaci di relazioni umane calorose e concrete. Lo stesso discorso vale per opportunità successive al matrimonio, che le comunità parrocchiali devono organizzare, in modo realistico e facendo rete tra loro e con altre istituzioni. Occorre, infatti, colmare, nelle forme più creative possibili, il gap che si crea, salvo eccezioni, nei rapporti con la comunità cristiana, tra il matrimonio e la nascita del primo figlio;
• i percorsi di catechesi per adulti non devono essere spiegazioni pure e semplici, palesi o occulte del Catechismo della Chiesa cattolica o del Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, ma occasioni di riflessione su vari temi che partano dalla Bibbia e educhino ad un’interazione costante tra Bibbia e vita.
Fare tutto questo significa, da parte della Chiesa cattolica, investire risorse culturali e materiali assai più ingenti di quanto avviene oggi, in particolare nei Paesi di tradizione neo-latina, Italia per prima.