Lettura
Chiude questa settimana un brano evangelico in cui Gesù ci parla del Maestro interiore, lo Spirito Santo, che dona grazia e forza per compiere la volontà di Dio, che illumina mente e cuore per conoscere altezza, larghezza e profondità del mistero dell’unico e trino Signore. È necessario assecondare l’azione dello Spirito, rimanendo disponibili a lasciarsi condurre verso la pienezza della verità di Cristo, e verso la testimonianza della sua parola e della sua persona, dinanzi a coloro che ne osteggiano la presenza e l’azione salvifica nella vita dell’uomo.
Meditazione
Torna più volte, in questa pericope evangelica, il termine “Figlio dell’uomo”, espressione netta e misteriosa che evoca l’identità umana e contemporaneamente escatologica con cui Gesù ha amato definirsi. E il Figlio dell’uomo è colui che sarà chiamato a giudicare, a emettere una sentenza di salvezza o di condanna in base a un criterio definito da un verbo che la Sacra Scrittura usa spesso nei momenti decisivi della storia della salvezza: il verbo conoscere. Esso evoca profonda unione, intima compenetrazione, complicità destinata ad aumentare nel tempo in un rapporto di feconda donazione. In questo brano, però, il verbo conoscere è utilizzato con un prefisso, divenendo ri-conoscere. Si tratta di un’azione che si ripete, che continua nel tempo e che chiede alla persona una costanza nel tempo, una vivacità nell’accadere, una decisione precisa nel compiere quel riconoscimento. Riconoscere Gesù dinanzi agli uomini significa testimoniare apertamente Cristo, senza esitazioni, allontanando da sé le tenebre dell’errore, proclamando la verità del Vangelo. Solo così si porteranno impressi nel profondo i segni di appartenenza al Figlio dell’uomo, il quale, notando questi segni nel nostro cuore, ci introdurrà al cospetto degli angeli. C’è poi un altro passaggio particolare: si può esitare nello schierarsi pro o contro Cristo in un atteggiamento di riflessione e maturazione nella fede, ma rifiutare volontariamente che lo Spirito purifichi le zone d’ombra del nostro mondo interiore, che illumini la mente per aprirla alla verità, significa decretare l’impossibilità del perdono di Dio. Il Padre, infatti, non violenterà mai la libertà dei suoi figli che, pur rimanendo sempre tali, rifiutano la comunione con Lui.
Preghiera
«Vieni, o Spirito Santo, e donami un cuore puro, pronto ad amare Cristo Signore con la pienezza, la profondità e la gioia che tu solo sai infondere. Vieni, o Spirito Santo, e donami un cuore grande, aperto alla tua parola ispiratrice e chiuso ad ogni meschina ambizione. Donami un cuore grande e forte, capace di amare tutti, e di compiere umilmente, fedelmente e coraggiosamente la volontà di Dio. Amen» (Paolo VI).
Agire
Reciterò la sequenza dello Spirito Santo chiedendo di essere luce e guida per la mia vita.
Meditazione del giorno a cura di mons. Gerardo Antonazzo, vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it