Mezzo secolo è trascorso da quando il Beato Paolo VI, il 15 settembre 1965, andando incontro al desiderio dei padri del Vaticano II per mantenere viva l’esperienza dello stesso Concilio istituì il Sinodo dei vescovi con il Motu Proprio Apostolica Sollicitudo. Un evento che oggi Papa Francesco ha voluto celebrare in Aula Paolo VI insieme ai 270 padri sinodali, ma anche con fedeli e giornalisti.
L’incontro, accompagnato dalle voci bianche del Coro dell’Antoniano, è cominciato con la preghiera del Papa, la stessa che Montini compose all’inizio del cammino sinodale ponendo l’istituzione sotto la protezione della Vergine Santissima. È seguita l’introduzione del cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, il quale ha desiderato tracciare un profilo completo della realtà sinodale, a partire dalla ispirazione di Paolo VI che intendeva rispondere all’esigenza di “adattare le vie e i metodi del sacro apostolato alle accresciute necessità dei nostri giorni ed alle mutate condizioni della società”. Esigenza che richiede di “ricorrere sempre più all’aiuto dei vescovi per il bene della Chiesa universale”.
“Con grande gioia ci troviamo in quest’Aula per commemorare il 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei vescovi”, ha esordito il cardinale, ricordando come da allora ad oggi si contano 27 Assemblee sinodali, compresa quella in corso: 14 assemblee generali ordinarie, 3 assemblee generali straordinarie, 10 assemblee speciali. Le 14 ordinarie – ha proseguito – si sono occupate della preservazione e del rafforzamento della fede cattolica, del sacerdozio ministeriale e della formazione dei Presbiteri nelle circostanze attuali, della giustizia nel mondo, dell’evangelizzazione e della catechesi nell’epoca contemporanea, della Penitenza e della Riconciliazione, della vocazione e missione dei Laici, della vita consacrata e del ministero pastorale dei Vescovi, dell’Eucaristia e della Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, della nuova evangelizzazione e per due volte della famiglia.
Le tre straordinarie hanno invece trattato della cooperazione tra la Santa Sede e le Conferenze Episcopali, del XX anniversario della conclusione del Vaticano II e, lo scorso anno, della famiglia. Dieci sono state le assemblee speciali, che – ha rammentato il porporato – “per loro natura” si riferiscono ad una o più aree geografiche: i Paesi Bassi, l’Europa per due volte, l’Africa per due volte, il Libano, l’America, l’Asia, l’Oceania e il Medio Oriente.
Insomma il Sinodo, in questo mezzo secolo, “ha toccato molteplici temi attinenti alla missione evangelizzatrice della Chiesa nel nostro tempo”, ha osservato il cardinale. “Le varie assemblee sinodali, che oggi ad uno sguardo d’insieme si mostrano a noi come le tappe di un cammino unitario e coerente, sono divenute uno strumento privilegiato per l’attuazione e la recezione del Concilio Vaticano II, in vista del rinnovamento pastorale della Chiesa e del suo dialogo con il mondo contemporaneo”.
Di fronte “a questa ricchezza di frutti già prodotti e di potenzialità ancora non dispiegate dell’ancor giovane istituzione sinodale”, il segretario generale ha dunque reso grazie a Dio “perché ha voluto ispirare la sua fondazione e guidare la sua opera”. “Come ogni istituzione umana – ha aggiunto – anche il Sinodo dei Vescovi sta crescendo e potrà ancora crescere e sviluppare le sue potenzialità”.
Attraverso di esso i presuli di tutto il mondo “mettono al servizio del Successore di Pietro il loro consiglio, la loro prudenza e la loro esperienza”, spingendo così la Chiesa ad “avanzare nel cammino di una conversione pastorale e missionaria”. Conversione che – ha evidenziato il porporato – “dev’essere capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale”.
Baldisseri ha quindi espresso la propria gratitudine a Papa Francesco “per aver incoraggiato fin dall’inizio del suo ministero petrino il cammino sinodale”, quale “luogo di manifestazione della collegialità episcopale, del rinnovamento della Chiesa nella fedeltà al Vangelo e dell’azione imprevedibile dello Spirito Santo”, come lo stesso Pontefice ha indicato. “Con queste tre preziose indicazioni – ha concluso – la strada del Sinodo per il tempo a venire è già tracciata. È una strada che desideriamo continuare a ‘percorrere insieme’, noi vescovi uniti cum Petro et sub Petro nel servizio al Popolo santo di Dio”.
Al termine dell’intervento del segretario generale è stato trasmesso un documentario del CTV e della neonata Segreteria per la comunicazione che ha delineato sommariamente le linee generali del Sinodo dei vescovi voluto da Paolo VI per stimolare la Chiesa al dialogo intraecclesiale e condurla in direzione di una maggiore collegialità.