È soddisfatto il cardinale Christoph Schönborn per il modus operandi di questo Sinodo ordinario sulla famiglia. Incontrato da ZENIT, durante la pausa prima dei lavori pomeridiani dei Circoli minori, l’arcivescovo di Vienna plaude soprattutto alla nuova metodologia scelta da Papa Francesco per l’assise, criticata in un primo momento da alcuni perché motivo di ‘confusione’.
Invece “è molto molto utile”, afferma il porporato, “perché coinvolge ognuno dei partecipanti”. “Ci sono 13 riunioni dei Circoli, tre volte in più dei precedenti Sinodi. Con questo metodo – meno plenarie e più gruppi linguistici – si permette un contatto più diretto e direi anche fruttuoso per le discussioni” tra i Padri sinodali.
Discussioni accese, ammette il cardinale, anche se “ora, rispetto ai primi giorni, il clima è molto più disteso”. Il fatto è – sottolinea Schönborn – “che la tematica della famiglia ci coinvolge molto, per questo c’è tensione intorno alle domande, intorno alle sfide”. Una tensione che, tuttavia, l’arcivescovo definisce “positiva” perché dimostra “l’attenzione e l’amore che la Chiesa ha per questa istituzione fondamentale che è la famiglia”.
“Quello che mi ha colpito e mi colpisce giorno dopo giorno – aggiunge – è che le testimonianze di tutto il mondo, nonostante le differenti realtà, esperienze e problematiche, dimostrano tutte la stessa cosa: non c’è progetto più stupendo che la famiglia. È davvero l’opera del Creatore”.
“Il successo del matrimonio e della famiglia vale immensamente più di tutte le difficoltà e le crisi che esistono. Il desiderio del matrimonio e della famiglia è davvero radicato in tutto il mondo”, rimarca l’arcivescovo di Vienna, che afferma che, al di là di tutti i risultati che questo Sinodo potrà ottenere, un “traguardo principale” lo ha già raggiunto: “Un grande sì della Chiesa alla famiglia. Una grande speranza che la famiglia sarà più forte di tutte le crisi”.
Vanno in secondo piano, dunque, le tematiche controverse su cui sembra accentrarsi l’attenzione dell’assemblea dei vescovi: sacramenti ai divorziati risposati, contraccezione e accoglienza a persone omosessuali. Tematiche, peraltro, verso cui il porporato si era esposto in senso ‘aperturistico’. “Queste sono questioni particolari che si devono studiare e su cui bisogna trovare soluzioni man mano – dice -. Ciò che conta è ribadire che la famiglia non ha finito, essa continua ad essere la risorsa principale”.