Medio Oriente: incendiata la Tomba di Giuseppe

Il luogo sacro per cristiani, ebrei e musulmani è stato dato alle fiamme da un gruppo di palestinesi. Le condanne di Israele e dell’Autorità nazionale palestinese

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Inizia nel modo peggiore il nuovo “venerdì della collera” proclamato da Hamas per esortare i palestinesi a protestare contro Israele. All’alba di oggi, infatti, un gruppo di giovani palestinesi ha dato fuoco alla Tomba di Giuseppe a Nablus, nella Cisgiordania settentrionale.

La notizia, diffusa dall’esercito israeliano, è stata approfondita dal sito del giornale israeliano Haaretz, sul quale si legge che le fiamme sono state appiccate con il lancio di bottiglie molotov. Le forze di sicurezza palestinesi sono intervenute ed hanno fatto fuggire gli assalitori. “L’incendio e la profanazione della Tomba di Giuseppe sono una flagrante violazione e una contraddizione del valore fondamentale della libertà di culto” ha dichiarato il portavoce dell’esercito israeliano assicurando che gli autori di questo atto spregevole saranno portati di fronte alla giustizia.

La Tomba del patriarca Giuseppe è luogo di culto per cristiani, ebrei e musulmani ed è sotto il controllo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp). Proprio da parte di Abu Maze, presidente dell’Anp, è giunta poco fa la condanna dell’attacco. Egli ha definito l’incendio “un atto irresponsabile”, ha sottolineato “il rifiuto assoluto di questi atti illegali, offese – ha detto, come riporta l’agenzia Wafa – alla nostra cultura, religione e morale”. Abu Mazen ha deciso di creare immediatamente una commissione d’inchiesta su quanto avvenuto.

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ZENIT Staff

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