Da ogni tipo di “ferita” può nascere la vita…
La stessa terra della campagna subisce una ferita: per farvi nascere la vita, la devi ferire; la devi arare. Dalla ferita del solco il frumento, il grano, l’erba che alimenta l’uomo e gli animali.
La ferita dice accoglienza e possibilità di trasformazione del seme. La ferita della terra assicura fertilità, è sede di vita. La stessa potatura è una ferita che assicura maggior frutto. Anche l’innesto avviene solo tra due rami scorzati, “feriti”.
Non ti è mai capitato di sorprenderti di fronte a un fiorellino sbocciato dalle fessure dei gradini di marmo? Oppure notare delle righe d’erba nata dalle screpolature dell’asfalto? O ammirare in montagna il “raponzolo delle vette”, fiore giallo spuntato dalla fenditura d’una roccia?
Fenditure, fessure, spaccature, screpolature, squarci,… Sono tutti, mi sembra, sinonimi di “ferita” nella quale nasce e cresce l’erba, spunta un fiore, fiorisce la vita.
Ci sembra ovvio concludere che la vita nasce dalle ferite, dal dolore. Dal dolore di una donna, dalle doglie del parto nasce ogni figlio, nasce ogni uomo. “In dolore paries – partorirai nel dolore.” Eva, la madre di tutti i viventi, ha ricevuto da Dio queste parole.
Ciao da p. Andrea
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