Lettura</p>
La schiettezza e la parresia che Gesù dimostra in questo brano del Vangelo – prolungamento delle pericopi dei giorni precedenti – lasciano sorpresi di così grande capacità di guardare negli occhi i suoi avversari religiosi e accusarli per le loro infedeltà alla parola di salvezza consegnata alla viva tradizione del popolo d’Israele. La forza di Gesù deriva dal suo rapporto esclusivo con il Padre: Egli è l’unico Dio ed Egli può giustificare l’uomo indipendentemente dalle opere della legge.
Meditazione
L’attacco di Gesù è contro l’ipocrisia. Ipocrita è colui che indossa una maschera e non si sottopone alla verifica di quanto le sue scelte di vita siano vicine o lontane dalla verità. E, di solito, l’ipocrisia è sempre complice della strumentalizzazione: si approfitta di alcuni accadimenti per darne un’interpretazione utile a chi ne vuole fare uso per fini personali. Ecco perché Gesù accusa coloro che vogliono glorificare i profeti martirizzati, nel passato della storia d’Israele, affinché il suono della loro voce non risuonasse più nelle orecchie e così il cuore degli Israeliti non fosse raggiunto da una parola che potesse rimproverarli delle loro nefandezze e della loro malizia. Questo meccanismo trova ora in Gesù un ostacolo forte, un fermo per arrestare finalmente la subdola logica dell’oppressione del debole. “A questa generazione sia chiesto conto del sangue”: ogni volta che anche noi ci turiamo le orecchie o chiudiamo la bocca a chi vuole ricordarci la verità di Cristo, in quel momento anche noi partecipiamo di quella generazione a cui Dio chiederà conto degli innocenti che non abbiamo aiutato, o delle ingiustizie di cui ci siamo resi complici. “Impugnare la verità conosciuta”, recita il Catechismo della Chiesa Cattolica per definire uno dei peccati più gravi contro lo Spirito Santo: dunque, in tutte le occasioni in cui impediamo ai fratelli nella fede di accedere alla conoscenza di Cristo, di sperimentare un’esperienza di fede più profonda, di poter maggiormente godere dei beni della salvezza, anche noi diventiamo come quei dottori della legge, che non sono entrati in comunione con Dio, né hanno permesso ad altri di entrarvi. Anche di questo ci sarà chiesto conto, e saremo giudicati proprio in base alle parole uscite della nostra bocca.
Preghiera
Signore Gesù, mandaci il tuo Spirito perché possiamo leggere la tua Parola liberi dai pregiudizi, perché possiamo meditare il tuo annuncio nella sua integrità e non selettivamente, perché possiamo pregare per crescere nella comunione con te e con i fratelli. Perché possiamo agire contemplando la realtà che viviamo ogni giorno con i tuoi stessi sentimenti e la tua stessa misericordia. Tu che vivi con il Padre e ci doni l’Amore. Amen.
Agire
Leggerò alcune pagine del Catechismo della Chiesa Cattolica e mi confronterò con qualche fratello nella fede.
Meditazione del giorno a cura di mons. Gerardo Antonazzo, vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it