Il volume raccoglie i contributi di Angelo Maffeis, Maria Voce, Andrea Ricciardi, Alberto Monticone, Lucia Abignente, Paolo Siniscalco, Joan Patricia Back, Alberto Lo Presti, Adriana Cosseddu, Piero Coda. Tutti questi analizzano i rapporti che si sono intrecciati tra Paolo VI e il Movimento dei Focolari (Opera di Maria), in particolare con Chiara Lubich (1920-2008), sua fondatrice e prima presidente, e Igino Giordani (1894-1980), suo cofondatore.
È una storia che risale a ben prima della stagione del Concilio Vaticano II e che ha avuto un seguito anche dopo la metà degli anni Sessanta, in un periodo che ha visto la crescita e l’affermazione all’interno della Chiesa cattolica di numerosi movimenti ecclesiali. Dalla lettura dei saggi presenti nel libro emerge il profondo legame tra Chiara Lubich e Giovanni Battista Montini, il quale, fin dagli anni del servizio in Segreteria di Stato e durante il suo pontificato, seppe valorizzare e incoraggiare la dimensione cristocentrica, fraterna ed ecumenica del carisma del Movimento dei Focolari.
Le parole pronunciate da Chiara Lubich dopo la morte di Paolo VI sono testimonianza di questo stretto rapporto: «Per me il Papa non è morto, ha cambiato sede: dalla cattedra di Pietro dalla quale vigilava anche su di noi e ci proteggeva, alla presenza di Dio dove non può non continuare a proteggerci con quell’amore sensibile, fattivo, materno, costante di cui ci aveva colmati quando era su questa terra».
I contributi raccolti nel libro sono stati presentati in occasione delle Giornate di Studio sul tema Paolo VI e Chiara Lubich. La profezia di una Chiesa che si fa dialogo, tenutesi a Castel Gandolfo il 7-8 novembre 2014, a pochi giorni dalla solenne cerimonia di beatificazione di Paolo VI del 19 ottobre 2014.