Cardinal Loris Capovilla

WIKIMEDIA COMMONS

Capovilla compie 100 anni. Gli auguri del Papa e di Mattarella

Il porporato ha festeggiato ieri il suo genetliaco insieme ai parenti più stretti e ad alcuni profughi accolti a Sotto il Monte

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Ha compiuto ieri 100 anni il cardinale Loris Francesco Capovilla, lo storico segretario particolare di Giovanni XXIII, o meglio l’antico ‘contubernale’ del Papa buono come egli stesso ama definirsi. Al “caro fratello cardinale” sono giunti i “fervidi auguri” di Papa Francesco in un telegramma. “Rivolgo fervidi auguri – scrive il Pontefice nel testo riportato sul quotidiano Eco di Bergamo – e in segno di viva riconoscenza per il lungo e fedele servizio reso al Vangelo e alla Chiesa, invoco dal Signore, per intercessione di Maria Regina Apostolorum e di San Giovanni XXIII, una rinnovata effusione di doni e di ricompense celesti sulla sua venerata persona”. Ieri mattina il porporato ha ricevuto anche una telefonata da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che – informa una nota del Quirinale – gli ha espresso “gli auguri più affettuosi per il suo centesimo compleanno”.

Come riferito poi dall’agenzia Adnkronos, Capovilla ha voluto celebrare “in silenzio e preghiera” il suo genetliaco nella casa di Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, circondato solo dai parenti più stretti. Inoltre è stato esaudito il suo desiderio espresso qualche giorno prima: “Che bello – aveva confidato il cardinale – se potessi trascorrere quel giorno con i profughi accolti a Sotto il Monte”.

Ha quindi incontrato Issa, venuto dal Mali, accolto nella Comunità Villa San Francesco di Facen di Belluno, fondata dall’allora patriarca di Venezia, Angelo Roncalli. “Sono contento di essere vissuto in questo mondo”, ha confessato il porporato al giovane africano, “Io ormai ho finito la mia corsa e tu la comici”, dice. “Dai il tuo contributo per la civiltà dell’amore perché non ce ne è  un’altra, non c’è la civiltà della tecnica, della potenza o delle  armi. A me sono tanto cari i miei fratelli cristiani, lo so, ma lo  sono ugualmente nella stessa misura, mi sono cari tutti gli uomini e donne di questo mondo. Che Dio ti benedica”, ha detto Capovilla. E rivolgendosi agli altri profughi e immigrati, arrivati da lui, ha aggiunto: “Amo il vostro Paese, penso alla vostra mamma, penso alla vostra giovinezza. Avrete molte difficoltà ma se siete fedeli a Dio avrete anche qualche consolazione. Siamo tutti fratelli”.

 

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione