Syrian refugees at the border of Hungary and Austria on their way to Germany. Hungary

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Profughi. A Milano, 80 parrocchie e 14 enti religiosi disposti ad aprire le porte

Dopo un mese dall’appello ai parroci, continua l’ospitalità nei 781 posti del sistema Caritas. Don Davanzo: “Prende forma un piano di accoglienza diffusa e condivisa”

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Ad un mese e mezzo dagli appelli di Papa Francesco e dell’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, sono 80 le parrocchiepronte a mettere a disposizione locali e appartamenti per l’accoglienza dei profughi nella Diocesi ambrosiana. Oltre ai parroci si sono fatti avanti anche 14 istituti e enti religiosi diocesani che si sono dichiarati pronti ad aprire le porte. Infine va segnalata anche la risposta dei singoli che si sono sentiti interpellati direttamente dalle parole del Pontefice e del Cardinale: sono al momento cinque lefamiglie che hanno offerto gratuitamente alla Caritas case sfitte.

Se le cooperative della Caritas a cui i parroci hanno affidato gli immobili vinceranno il bando pubblico che a Milano si chiuderà il 20 ottobre, potranno arrivare i primi ospiti. Continua nel frattempo l’analisi sul resto del patrimonio immobiliare concesso dalle comunitàecclesiali e contemporaneamente la ricerca di nuove disponibilità.

Il piano diocesano prevede che tutti gli immobili – quelli delle parrocchie, degli istituti religiosi e dei singoli cittadini – siano ceduti in comodato gratuito alle cooperative della Caritas Ambrosiana. Saranno poi le cooperative – in funzione delle  convenzioni stipulate con le prefetture competenti per territorio – ad assolvere agli obblighi di legge previsti: fornitura di vitto e vestiti, accompagnamento legale, alfabetizzazione, avvio di percorsi di inserimento lavorativo. Sarà questo il pilastro sui cui poi costruire una rete di iniziative fondamentali per favorire un’accoglienza effettiva nei territori e affidate ai gruppi di volontariato erogate senza alcun contributo pubblico secondo un modello già sperimentato in occasioni di precedenti emergenze, come ad esempio, quella Nord Africana del 2011. 

Mentre comincia così a delinearsi quel piano di accoglienza diffusa auspicato dallo stesso Cardinale agli inizi di settembre per proporre una risposta non più emergenziale alla sfida posta dai nuovi flussi migratori; continua l’accoglienza dei profughi nei centri gestiti dalle cooperative Caritas. Un sistema che può contare su 781 posti in strutture diocesane (456 posti – suddivisi in 25 strutture – in convenzione con le Prefetture, 325 – in 18 strutture – all’interno del Sistema di protezione per richiedenti asilo nazionale Sprar).

“L’impegno della Chiesa ambrosiana a favore dei profughi non nasce ora. Ma di fronte a questa nuova ondata migratoria eccezionale, seppure del tutto prevedibile, siamo molto colpiti dal senso di responsabilità mostrato dalle comunità ecclesiali, che ci consentirà di offrire un ulteriore concreto contributo alle istituzioni civili”, sottolinea don Roberto Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana.

“Quello che sta prendendo forma non è solo un piano di accoglienza diffusa ma anche condivisa, cioè voluto e pensato dai parroci insieme ai loro collaboratori laici che siedono nei consigli pastorali. Un lavoro che richiede i suoi tempi ma che è il solo che consente di superare diffidenze e paure e, alla fine, anche di avviare effettivi percorsi di integrazione per gli ospiti e, quindi, di trasformare un problema in una risorsa per tutti”, conclude Davanzo.

 

 

 

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ZENIT Staff

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