Anteporre “l’amore per il fratello” a “qualsiasi interesse personale”. La presenza degli altri, infatti, aiuta ad “uscire da noi stessi” e guardare a ciò chi “più ha bisogno di vivere con dignità e libertà”.
Lo ha detto, attingendo alle parole di San Paolo, monsignor Luis Gerardo Cabrera Herrera, O.F.M., Arcivescovo di Cuenca (Ecuador), durante l’omelia per l’Ora Terza, che ha dato inizio all’ottava Congregazione Generale del Sinodo sulla famiglia.
È interessante notare, ha osservato il presule, che “più cerchiamo il bene degli altri, più scopriamo i nostri punti di forza e qualità”. Al tempo stesso, “la solitudine scompare e il non-senso della vita svanisce”.
La famiglia, in questo contesto – ha proseguito mons. Cabrera Herrera – diventa una scuola, dove si imparano i valori fondamentali come il rispetto e la solidarietà dalla paterna, materna e di amore fraterno”.
Aprirsi agli altri è un “passo importante”, perché libera dai “nostri ristretti interessi personali”, tuttavia, per non perdersi in un “mondo di relazioni senza significato”, è “necessario aprirsi alla gloria di Dio”.
È ancora San Paolo ad esortarci a “fare tutto per la gloria di Dio”, a partire dal “mangiare” e dal “bere”.
Al tempo stesso, la “gloria umana” che proviene dal “denaro”, dal “prestigio sociale”, dal “potere politico e anche religioso”, non solo è “nulla se confrontato con la gloria di Dio” ma finisce per risultare “ridicola” o addirittura “offensiva”.
La famiglia intesa come “Chiesa domestica”, ha proseguito l’arcivescovo di Cuenca, è un spazio privilegiato per “sperimentare la gloria di Dio” e “non lasciarsi sedurre dalle luci effimere della gloria umana” che porta solo a “discriminare i fratelli” e a ritenerli “di seconda o di terza categoria”.