Gli scandali che avvengono nel mondo e, in particolare nella Chiesa, sono un danno inenarrabile in particolare per i bambini. Alludendo alle recenti vicende che hanno scosso la Santa Sede e la città di Roma, papa Francesco ha dedicato l’Udienza Generale odierna all’attualizzazione della frase di Gesù. “È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo”.
Bergoglio ha quindi, “in nome della Chiesa”, chiesto “perdono per gli scandali che in questi ultimi tempi sono caduti sia a Roma che in Vaticano”.
Davanti a migliaia di fedeli (tra cui 700 malati), giunti ad ascoltarlo in Aula Paolo VI, il Santo Padre ha posto come punto di partenza della sua riflessione le “promesse” che si fanno ai bambini, intese non come gli “innocenti trucchetti” che talora si fanno per invogliarli ad impegnarsi nella scuola o per dissuaderli da qualche capriccio”.
Le promesse più “importanti” e “decisive”, ha sottolineato il Pontefice, riguardano “le loro attese nei confronti della vita”, oltre che “la loro fiducia nei confronti degli esseri umani” e “la loro capacità di concepire il nome di Dio come una benedizione”.
Se è vero che, da un lato, gli adulti parlano con facilità dei bambini come di una “promessa della vita”, magari commuovendosi nel dire che “sono il nostro futuro”, la vera domanda che dovrebbero porsi, tuttavia, è: “quanto siamo leali con le promesse che facciamo ai bambini, facendoli venire nel nostro mondo?”.
Le promesse più autentiche che si possono fare ai più piccoli sono “accoglienza e cura, vicinanza e attenzione, fiducia e speranza”: tutte “promesse di base” che possono riassumersi in una sola parola: “amore”. Un padre e una madre fanno questa promessa ad ogni loro figlio “fin da quando è concepito nel pensiero”.
Quando poi il bambino verrà al mondo si attenderà una “conferma di questa promessa” e lo fa “in modo totale, fiducioso, indifeso”. In nessun contesto culturale o condizione di vita, tuttavia, i bambini sono immuni dalla possibilità di tradimento di tale aspettativa e ciò è “uno scandalo insopportabile, tanto più grave, in quanto non hanno i mezzi per decifrarlo”, ha osservato il Papa.
“Dio veglia su questa promessa, fin dal primo istante – ha proseguito -. Ricordate cosa dice Gesù? Gli Angeli dei bambini rispecchiano lo sguardo di Dio, e Dio non perde mai di vista i bambini (cfr Mt 18,10). Guai a coloro che tradiscono la loro fiducia, guai!”. Ogni adulto è quindi vincolato alla propria promessa fatta al bambino, “che ci impegna fin dal primo istante, ci giudica”.
Un terreno molto delicato, secondo il Santo Padre, è la “spontanea fiducia in Dio” che ogni bambino ha e che “non dovrebbe mai essere ferita, soprattutto quando ciò avviene a motivo di una certa presunzione (più o meno inconscia) di sostituirci a Lui”.
“Fin dalla nascita”, infatti, il bambino è “pronto per sentirsi amato da Dio” e non appena percepisce che “viene amato per sé stesso”, egli percepisce anche che “c’è un Dio che ama i bambini”.
Ricevendo l’amore, fin dai primi momenti della propria vita, i bambini imparano che “la bellezza del legame fra gli esseri umani punta alla nostra anima, cerca la nostra libertà, accetta la diversità dell’altro, lo riconosce e lo rispetta come interlocutore”. Al tempo stesso l’amore genitoriale porta “una scintilla di quello di Dio!”.
Solo guardando i bambini “con gli occhi di Gesù”, siamo in grado “capire in che senso, difendendo la famiglia, proteggiamo l’umanità”, ha detto il Pontefice, aggiungendo che “il punto di vista dei bambini è il punto di vista del Figlio di Dio”.
In conclusione, il Papa ha indicato il fulcro delle “grandi promesse” della Chiesa nel “Battesimo”, con il quale “impegna i genitori e la comunità cristiana”.
Alla “santa Madre di Gesù”, la Vergine Maria, Francesco ha chiesto l’intercessione perché “renda la Chiesa capace di seguire la via della sua maternità e della sua fede”.
A San Giuseppe, che ha “accolto” e “protetto” Gesù, “onorando coraggiosamente la benedizione e la promessa di Dio”, il Papa ha infine chiesto che “ci renda degni di ospitare Gesù in ogni bambino che Dio manda sulla terra”.
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