“Non mentirò più, mai più”: esclama il bugiardo, ormai incastrato dalle sue stesse menzogne. Ed è un magistrale Geppy Gleijeses sul palco del Teatro Quirino di Roma, ne Il Bugiardo di Goldoni, a interpretare Lelio Bisognosi, uno scavezzacollo veneziano cresciuto a Napoli, affabulatore di professione.
Una promessa da spergiuro, che dura il tempo di un respiro: “Non smetterò mai – confessa alla fine – perché la mia fantasia migliora la realtà”. E come dargli torto, tout court? In uno spaccato di metateatro, gli attori si soffermano a riflettere sullo stato di attuale degrado di Venezia e Roma, importanti città italiane, deprivate della loro antica grandezza, per colpa del malgoverno, ma anche, dell’atavico costume italico della menzogna istituzionalizzata.
“Della società di oggi dovremmo parlare e non solo della commedia dell’arte”, afferma il giovane Mauro Gioia, alias il cavaliere Ottavio. E all’unisono, tutti gli altri. Esclama, inoltre, Marianella Bargilli, l’incantevole Rosaura: “A Venezia non esistono più calzolai, sono scomparsi gli artigiani, sostituiti da catene commerciali e boutique di lusso”. È lo stato di decadenza delle città italiane a turbare gli attori, che alla stregua dei suoi abitanti, vorrebbero denunciarne l’abbandono e risvegliare le coscienze.
Anche il regista argentino Alfredo Arias, nel suo adattamento mantiene l’originaria morale goldoniana, che condanna il bugiardo a patire del proprio stesso vizio, rinnegato dalla società, ma il tutto stemperato dalla sua tipica ironia australe. Il risultato è sì una critica ai bugiardi, ma bonaria, perché in fondo, chi mente altro non è “che un sognatore privo di coraggio, un novellista della commedia umana”.
Superba è la performance di Geppy Gleijeses nel ruolo dello “spiritoso inventore di altri mondi”, tra sagacia napoletana e vezzosità veneziana. Di una sensualità da diva d’altri tempi è Marianella Bargilli, che conferisce a Rosaura, un fascino ineffabile e magnetico. Di rara simpatia e presenza scenica è Luciano d’Amico nelle vesti del buffo Dottor Balanzoni, padre delle due promesse, Rosaura e Beatrice. Un Pantalone flemmatico e sui generis è portato in scena da Andrea Giordana, irriconoscibile nelle vesti tipiche veneziane. Da notare, la giovane promessa Lorenzo Gleijeses, che dal padre ha ereditato un talento istrionico, accompagnato da una straordinaria agilità motoria.
Un cast dall’impronta familiare, con genitori e figli che si sfidano sul palco: Lorenzo Gleijeses nel duplice ruolo di Arlecchino e Brighella, al fianco del padre Geppy; Luchino Giordana, nel ruolo del timido Florindo, mentre il padre Andre Giordana interpreta “Pantalone, l’austero padre del bugiardo”. E Marianella Bargilli, nella vita e in scena, è l’innamorata di “Lelio”.
Un affresco umano, che nulla ha da invidiare alla commedia dell’arte, di cui Goldoni si fece innovatore. Tranne che, per la soave voce di Mauro Gioia, che allieta la pièce con composizioni originali e mirate.
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Al Teatro Quirino, dal 13 ottobre al 1 novembre: Il bugiardo
di Carlo Goldoni
regia e adattamento di Alfredo Arias
Durata: un atto unico di 1ora e 30 minuti</p>
Con Geppy Gleijeses (Lelio “il bugiardo”)
Marianella Bargilli (Rosaura)
Andrea Giordana (Pantalone, il mercante veneziano)
Lorenzo Gleijeses (Arlecchino/Brighella)
Ottavio (Mauro Gioia)
Valeria Contadino (Beatrice/Cleonice)
Luciano D’Amico (Dottor Balanzoni)
Luchino Giordana (Florindo)
Scene e costumi Chloe Obolensky
Musiche originali Mauro Gioia
Light designer Luigi Ascione
WIKIMEDIA COMMONS
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