“L’azione politica ed economica è un’attività prudenziale, guidata da un concetto perenne di giustizia, che tiene sempre presente che, prima e al di là di piani e programmi, ci sono donne e uomini concreti, uguali ai governanti, che vivono, lottano e soffrono, e che devono essere protagonisti del proprio destino”.
Con queste parole il Santo Padre ha voluto rivolgere un cordiale saluto al Comune di Torino e al suo Sindaco, Piero Fassino, in occasione della cerimonia di apertura del Terzo Forum mondiale dello Sviluppo Economico Locale, che si è svolta ieri pomeriggio nel capoluogo piemontese.
Duemila partecipanti da tutto il mondo, settanta i Paesi rappresentati: dopo il Summit di New York delle Nazioni Unite, il capoluogo piemontese sarà, durante questa settimana, luogo di dialogo privilegiato per l’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Tre le tematiche principali: competitività regionale e innovazione, crescita economica e occupazione, urbanizzazione e rapporti urbano-rurali.
Lo sviluppo umano integrale e il pieno esercizio della dignità umana non possono essere proposti con imposizione, ricorda Francesco, ma vanno costruiti e realizzati da ciascuno, da ogni famiglia in comunione con gli altri componenti della società.
Per adempiere agli obiettivi della nuova Agenda per lo sviluppo, presentata alla fine di settembre all’Onu, il Santo Padre suggerisce “un accesso effettivo, pratico e immediato, per tutti, ai beni materiali e spirituali indispensabili”, ovvero abitazione propria, lavoro dignitoso e debitamente remunerato, alimentazione adeguata e acqua potabile. Da non trascurare la libertà religiosa e, più in generale, libertà di spirito ed educazione.
L’unico modo per rendere ciò possibile è lavorare a livello locale. Questo è quanto hanno sostenuto anche il Presidente del Consiglio Regionale, Mauro Laus, e il Sindaco Fassino.
Small is beautiful, ricorda la celebre opera dell’economista Ernst Friedrich Schumacher. Così il locale sembra indicare una “strada maestra per un vero discernimento etico e per la creazione di economie e di imprese veramente libere: libere dalle ideologie, libere da manipolazioni politiche, e soprattutto libere dalla legge del profitto ad ogni costo e della perpetua espansione degli affari, per essere veramente al servizio di tutti e reintegrare gli esclusi nella vita sociale”, ha poi concluso il Pontefice.