Dopo una meravigliosa arrampicata oltre i tre mila metri, tornavo a casa soddisfatto per l’abilità di cui avevo dato prova nei passaggi più difficili.
A tutti quelli che incontravo raccontavo, con un certo autocompiacimento che mi sembrava normale, le difficoltà superate, i ghiaioni, i nevai, i ghiacciai attraversati; e in tutti scorgevo una discreta ammirazione per le mie capacità.
Appena entrato in casa, inciampai e caddi pesantemente sbattendo il fianco su un gradino. Per un pelo salvai la testa da una sporgenza sfiorata a pochi centimetri. Portato immediatamente all’ospedale per la frattura di tre costole, rimasi immobile per tre giorni, con la assoluta proibizione di mettere i piedi per terra.
Dopo questa immobilità forzata, il medico mi concesse di fare tre passi dal letto al tavolino… Quei tre passi li ho gustati più di tutte le scorribande sulle montagne.
E spontanea mi sorse questa riflessione: ho tanto corso e camminato e di questo, forse, non ho mai coscientemente ringraziato Dio. Questo incidente mi ha insegnato la debita riconoscenza per ogni pur piccolo movimento che mi è concesso.
Vorrei allora che l’eco di ogni respiro, di ogni battito del cuore, d’ogni passo…fosse un “grazie, mio Dio!”
Ciao da p. Andrea
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