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“Nuove frontiere dell’etica economica. Quali prospettive?”

Quest il tema del convegno svoltosi giovedì 8 ottobre nell’Auditorium del Seminario Regionale di Catanzaro

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E’ stato il tema che ha guidato i lavori del convegno promosso dall’Arcidiocesi metropolitana di Catanzaro-Squillace, svoltosi giovedì scorso nell’Auditorium del Seminario Regionale “S. Pio X” della città capoluogo.

A moderare i lavori il prof. Antonio Viscomi, vice presidente della Regione Calabria, che tra i vari interventi ha ribadito più volte come è indispensabile salvaguardare il principio dell’etica, realizzando una buona e sana politica per l’economia, guardando non solo al profitto ma al bene comune.  

Ad introdurre il tema è stato l’Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza Episcopale Calabria, che nel salutare gli illustri relatori, le autorità e tutti i presenti, ha motivato il perché del convegno. Un incontro per poter riflettere su etica ed economia rileggendo anche il pensiero del gesuita canadese Bernard Lonergan, recentemente approfondito nella pubblicazione del prof. don Nicola Rotundo, docente di teologia morale nella Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli.

Se le deviazioni del sistema criminale trovano un fertile “humus” nelle carenze di sviluppo economico, sociale e civile e, in particolare, nella disoccupazione giovanile, dalle parole dell’Arcivescovo è emerso come la Chiesa, soprattutto in questa terra del sud, è chiamata sempre a guidare le coscienze, facendo emergere con chiarezza la differenza tra bene e male, tra legalità e ingiustizia, salvaguardando la centralità ed il rispetto della persona e il bene comune.

Interessanti le relazioni del Prof. Giovanni Ferri (LUMSA – Roma), del Prof. Martin McKeever (Accademia Alfonsiana – Roma), e del Prof. Pasquale Giustiniani (PFTIM – Napoli), che hanno messo a confronto le teorie economiche contemporanee alla luce dei problemi economici e della dottrina sociale della Chiesa, dando ampio risalto al pensiero di Bernard Lonergan.

Ogni persona – è emerso dai relatori – è il soggetto responsabile dinanzi a Dio e al mondo. Un soggetto a cui deve essere garantita una condizione ottimale per bene operare la propria crescita personale e lo svolgimento della propria missione.

Se la scienza conferisce all’uomo poteri illimitati e se questi poteri non sono ricondotti nella verità e non vengono applicati secondo verità, chi ne fa le spese è lo stesso uomo. Tutto è contro l’uomo quando l’uomo lavora contro se stesso.

L’economia resta un problema dei problemi. Ma, come ha affermato Benedetto XVI nella Lettera enciclica “Caritas in veritate” , «lo sviluppo ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso Dio nel gesto della preghiera, cristiani mossi dalla consapevolezza che l’amore pieno di verità, caritas in veritate, da cui procede l’autentico sviluppo, non è da noi prodotto ma ci viene donato. Perciò anche nei momenti più difficili e complessi, oltre a reagire con consapevolezza, dobbiamo soprattutto riferirci al suo amore».

Ad intervenire a fine serata il prof. Rotundo, che ha richiamato brevemente il suo lavoro di ricerca su Lonergan.

«Non penso che Lonergan – ha detto don Rotundo –  sia riuscito ad andare oltre delle affermazioni di principio, peraltro articolando in modo non sempre adeguati i principi della teologia morale con quelli dell’economia. Tuttavia, gli va riconosciuto almeno il desiderio di aver voluto contribuire a portare nell’economia trasparenza e umanizzazione mettendo l’uomo al centro di questa scienza. Sia in termini teorici che in termini pratici non credo abbia perseguito risultati apprezzabili, ma di certo lo sforzo di aprire un punto di dialogo tra il mondo della fede e quello dell’economia gli va riconosciuto come merito. La storia attesta che le grandi acquisizioni culturali e sociali del nostro Occidente sono sempre coincise con fasi di grandi sviluppo della fede cristiana. Lui pensava che avrebbe potuto dare un contributo in tal senso. L’idea di fondo è assai buona e lodevole.

Ritengo  che oggi l’umanità stia vivendo la peggiore delle sue crisi di civiltà e non vedo altro rimedio se non un urgente ritorno a Cristo, nella sua mediazione storica che è la Chiesa. Solo la Chiesa oggi, per la verità e la grazia che custodisce in pienezza nel suo seno, può fronteggiare questa crisi di civiltà. Una Chiesa evidentemente radicata in Cristo, e per mezzo di Cristo nel cuore del Padre, nella sapienza dello Spirito Santo. Una Chiesa che torna ad essere Madre di vita». Da registrare a margine del convegno una nota di Egidio Chiarella, giornalista e scrittore. ”Va dato atto a Nicola Rotundo, dott. in teologia morale e autore del testo “Verso una nuova politica economica per l’uomo?”, di aver portato un serio contributo nel dibattito nazionale che ruota attorno al tema dell’Economia. Lo studio del pensiero di Lonergan, ben analizzato dal giovane studioso calabrese, si focalizza sulle sue opere economiche e due opere minori che avrebbero dovuto mettere a fuoco il rapporto tra morale ed economia.Ma si tratta di temi non articolati quasi come se gridare la necessità di Cristo per l’uomo, per la storia, per l’economia, fosse un reato per il mondo emancipato del Novecento. Oggi l’uomo, molto spesso, fa fatica a risolvere le grandi questioni che investono il futuro di intere generazioni, smarrendo la bussola delle eque soluzioni e del bene comune. Condivido Rotundo quando ci fa capire che l’assenza di Cristo né complica i progetti, ritardando le attese legittime della storia attuale. Un plauso va a S.E. Vincenzo Bertolone, per aver promosso un autorevole dibattito sull’etica economica, mancante fino ad oggi in Calabria”.

Giovanni Scarpino è sacerdote ed autore del libro “Va, Salva, Converti”, Ed. Ares, 2015; Direttore Ufficio Stampa Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace.

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ZENIT Staff

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