Mentre il mondo è ancora sconvolto dalla strage di ieri ad Ankara, un nuovo attentato kamikaze si è verificato questa mattina a Kabul, in Afghanistan contro un convoglio della Nato. Il bilancio, ancora provvissorio, è di almeno un morto – l’attentatore – e sette civili feriti, tra cui una donna e un bambino e alcuni militari di nazionalità britannica. L’esplosione è avvenuta alle 9.10 ora locale nei pressi del centralissimo mercato di Joy Shir ed è probabilmente stata effettuato con un’autobomba. Nell’area, attualmente isolata dalle forze di sicurezza afghane, sono accorse numerose ambulanze per trasportare in ospedale i feriti.
L’attacco è stato rivendicato dal portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, che ha parlato di “un attentato suicida contro un convoglio di truppe straniere”, durante il quale sono stati presi di mira due veicoli Nato e sarebbero “rimasti uccisi tutti quelli a bordo”. Sulla vicenda si stanno ancora raccogliendo informazioni, come confermato dalla guida Usa della missione Nato.
Nel frattempo, informa la Radio Vaticana, il Pentagono ha fatto sapere che gli Stati Uniti risarciranno le famiglie delle 22 persone rimaste uccise per errore in un raid aereo effettuato dagli Usa in Afghanistan la scorsa settimana, in cui è stato colpito l’ospedale dell’organizzazione umanitaria Medici senza frontiere (Msf) di Kunduz. Non si conosce ancora l’entità del risarcimento, che comunque interesserà “i civili non in ruoli di combattimento rimasti feriti e le famiglie dei civili non in ruoli di combattimento rimasti uccisi durante le operazioni militari Usa”. Il presidente Barack Obama nei giorni scorsi aveva chiamato i vertici di Msf per porgere loro le sue scuse per quanto accaduto.