Il card. Sean O’Malley, presidente del Comitato per la vita della Conferenza episcopale negli Stati Uniti, interviene di nuovo sul tema dell’eutanasia, definendola “una grande tragedia per la vita umana” nonché “un’azione profondamente sbagliata”. Il dibattito Oltreoceano è molto acceso, giacché nei giorni scorsi il Governatore della California, Jerry Brown, ha legalizzato il suicidio assistito mettendo la propria firma sulla legge approvata dal Parlamento.
La normativa, che entrerà in vigore nei prossimi mesi e sarà a disposizione di malati terminali adulti in pieno possesso delle facoltà mentali, richiede l’approvazione previa di due medici e la presenza di due testimoni, di cui solo uno può essere un parente, al momento della somministrazione della sostanza letale, a cui partecipano due medici.
Secondo il card. O’Malley, d’ora in poi i pazienti “gravemente malati, che soffrono di depressione ed hanno tendenze suicide, riceveranno farmaci letali invece di vere e proprie cure in grado di alleviare le loro sofferenze”. Come riporta la Radio Vaticana, il porporato denuncia anche “la confusione” che si è creata intorno alla normativa: “Ad esempio – spiega – il governatore Brown ha affermato di aver approvato tale legge perché non dovrebbe essere un crimine, per una persona che soffre, porre fine alla propria vita”. Ma, sottolinea il card. O’Malley, “il suicidio è una tragedia, non un crimine. Il crimine è quello delle autorità e dei medici che facilitano la morte deliberata degli altri, delle persone più vulnerabili. Ed ora questo crimine sarà permesso in California”.
Il Cardinale ricorda che “un Governo che legalizza il suicidio assistito manda un messaggio terribile, quello contro il quale papa Francesco ci mette così esplicitamente in guardia, ovvero che le persone possono essere scartate, come fossero oggetti”. Infine il card. O’Malley sottolinea che la Chiesa della California raddoppierà i propri sforzi “per proteggere la vita innocente, soprattutto nelle sue fasi più vulnerabili, e per promuovere le cure palliative ed altre soluzioni concrete ai problemi ed alle difficoltà dei malati terminali e delle loro famiglie”.