La Laudato Si’ è approdata a Mosca: l’ultima enciclica di Papa Francesco, pubblicata in russo dall’Editrice Francescana, è stata presentata lo scorso 6 ottobre nella Biblioteca dello Spirito, diretta da Jean-Francois Thiry, con la partecipazione del nunzio apostolico in Russia, mons. Ivan Jurkovich. Lo riferisce l’agenzia AsiaNews, sottolineando come il documento papale sia stato presentato sotto l’auspicio che possa diventare un’occasione di dialogo ecumenico e di confronto tra cattolici e ortodossi in Russia, dove il tema del rispetto dell’ambiente è ancora poco sentito nella società e culturalmente poco popolare.
Ad aprire l’incontro il nunzio che ha auspicato che dall’appello di Francesco a politici, scienziati e uomini di buona volontà, “inizi qualcosa di serio”. Ha poi sottolineato l’importanza di ammettere che il tema dell’ecologia “non può essere trattato in modo serio, se si esclude la sua dimensione spirituale”.
L’evento si è poi concentrato in particolare sul dialogo tra padre Igor Kovalevskij, segretario della Conferenza Episcopale cattolica russa e il teologo ortodosso padre Vladimir Shmalij, che ha espresso l’apprezzamento ma anche le perplessità sull’Enciclica del Papa. Padre Kovalevskij ha tenuto a ricordare che anche con questa enciclica Bergoglio si conferma il “Papa del dialogo”.
“Vi è un messaggio universale, rivolto a tutti, al di là della confessione religiosa”, ha spiegato al pubblico numeroso in sala. Per questo, a suo dire, il documento può diventare spunto per riflettere su quello che è il comune compito dei cristiani di fronte alle sfide del mondo moderno, che possono trovare risposta anche dalla riscoperta del significato del più piccolo gesto. Kovalevskij ha poi spiegato che con il suo messaggio, “che non vuole essere un testo scientifico”, il Papa “non dà risposte pronte, ma prova a risvegliare la società al dialogo sul modo in cui vogliamo costruire il futuro del nostro pianeta”.
Centrale in questo è ripulire il termine “ecologia” “dalla frequente associazione con qualcosa di estremamente liberale o anti-umano, che sostiene che tutto il male derivi dall’uomo”. “La Chiesa dice molto chiaramente da dove viene la nostra responsabilità: l’uomo è il signore del Creato – ha detto Kovalevskij, citando la Bibbia – e di questo Creato è responsabile”.
Ma proprio il posto dell’uomo rispetto agli altri esseri viventi è uno dei punti della Laudato sì che ha convinto meno il teologo ortodosso, il quale ha comunque riconosciuto che “non si può non prestare attenzione all’aspetto ecumenico” del documento, da lui definito “rivoluzionario” rispetto alle encicliche precedenti anche per le citazioni di fonti non cattoliche, come il patriarca Bartolomeo.
Shmalij ha apprezzato la traduzione in russo del documento, ma ha detto di non condividere la “critica all’antropocentrismo” e dell’ “umanesimo contemporaneo” che a suo dire vi è contenuta. “Quale sarà il centro della società se non è più l’uomo?”, ha chiesto rivolgendosi al pubblico. Pur facendo riferimento al corpo di opere teologiche orientali, in cui si parla del Creato in termini di fratello/sorella dell’essere umano, il religioso ha evidenziato che “il dramma principale della fede è racchiuso nel rapporto ‘uomo-Dio’ e ‘uomo-uomo’. La natura è secondaria”.
Shmalij si è detto, inoltre, “scettico” sul fatto che le istituzioni internazionali possano fare proprio l’approccio del Pontefice. A ogni modo ha riconosciuto il “coraggio” del Papa e “l’urgenza del suo appello morale ai politici perché vadano contro la logica del processo politico e realizzare qualcosa di veramente significativo per cambiare il mondo”.