Dodici obiettivi Isis colpiti in 20 azioni. È il bilancio delle operazioni effettuate dai raid russi in Siria – come comunicato dal Cremlino – che proseguono intensificando i bombardamenti in territorio siriano, nonostante le polemiche dei paesi occidentali. Agenzie di stampa internazionali, citate da L’Osservatore Romano, riferiscono oggi anche di massicci bombardamenti russi, non solo con gli aerei, ma anche con missili terra-terra, nelle province siriane di Hama e di Idlib. Mentre fonti dell’opposizione sostengono che gli attacchi russi sono stati sferrati contro postazioni non dell’Isis, ma dei ribelli siriani e che nel villaggio di Al Lataminah, nella provincia di Hama, sono stati seguiti da un assalto sul terreno delle forze governative di Damasco.
Sempre in mattinata è giunta la notizia che Mosca ha dichiarato la propria disponibilità a coordinare i suoi interventi con gli Stati Uniti, che guidano la coalizione internazionale impegnata contro il sedicente Stato islamico in Siria e in Iraq. La Russia ha valutato le richieste del Pentagono su un eventuale coordinamento, ha dichiarato oggi il portavoce del ministero della Difesa, Igor Konashenkov, spiegando che “in generale queste proposte possono essere adottate. Bisogna solo definire alcuni dettagli tecnici che saranno discussi oggi dai rappresentanti del ministero della Difesa russo e del Pentagono”.
Intanto, dall’Iraq è arrivata ieri la rivendicazione da parte dei jihadisti di tre attentati compiuti la sera prima con autobombe che avevano provocato circa 56 morti, andando a colpire i quartieri commerciali nell’area di Husseiniyah, nella capitale Baghdad, nella città di Al Khales, nella provincia orientale di Diyala, e ad Al Zubair, a pochi chilometri dalla città di Bassora.