Il 18 ottobre a Roma la Chiesa Cattolica celebra qualcosa di assolutamente originale nella sua bi-millenaria storia: i coniugi Louis Martin e Zelie Guerin saranno canonizzati da Papa Francesco. Un evento straordinario perché si tratta della prima volta in cui degli sposi arrivano ai massimi onori degli altari in coppia, cioè con dei processi di canonizzazione proceduti in maniera unificata. La Chiesa aveva già “scaldato i motori” con la beatificazione degli stessi coniugi a Lisieux il 19 ottobre 2008 e ancor prima con quella dei coniugi Beltrame Quattrocchi il 21 ottobre 2001 a Roma.
Ora quella rivoluzione del concetto di santità, intuita ed iniziata col Concilio Vaticano II, giunge a compimento. Louis e Zelie sono santi in quanto sposi. Santi perché hanno vissuto la pienezza dell’Amore nel loro amore di coppia e di genitori. Prima di conoscersi entrambi desideravano la santità ed una vita totalmente donata al Signore. Per questo era sembrata loro normale e obbligata la via della consacrazione religiosa, che però era stata a entrambi rifiutata. La vita matrimoniale era perciò sembrata inizialmente un ripiego. Invece hanno cominciato a sperimentare come anche nel matrimonio ci si poteva mettere in cammino per una perfezione dell’amore.
Amore al coniuge, ai figli, nel lavoro: una ordinarietà del quotidiano vissuta sempre mettendo Dio al primo posto, pur vivendo nella già laicizzata Francia della seconda metà dell’800. Questo è l’esempio che ci trasmettono oggi: la loro famiglia ha affrontato tutto sotto lo sguardo di Dio, mettendo Gesù Cristo al primo posto in ogni situazione: nei momenti felici, nelle difficoltà di coppia ed anche nei molti lutti da cui sono stati colpiti. Quattro dei loro nove figli sono morti piccoli e Zelie stessa, dopo 19 anni di matrimonio si è ammalata di tumore e poco dopo è morta. Louis da allora si è completamente dedicato alle cinque figlie lasciando anche il lavoro. Lo sguardo sempre rivolto a Gesù Cristo è stato il timone nelle sue scelte concrete e nel suo stile educativo ed anche nella malattia cerebrale che lo ha colpito alla fine della sua vita.
Oggi Louis e Zelie ci vengono ad annunciare che la santità è possibile per ogni coppia, attraverso la grazia del Sacramento del Matrimonio; non c’è bisogno di miracoli eclatanti o di spiritualità originali e carismatiche, ma bisogna vivere l’amore in famiglia con dedizione e tenerezza, rimboccandosi le maniche e sapendo ricominciare ogni giorno, fedeli nell’affidarsi a Dio in ogni circostanza. La loro vita sarebbe rimasta nascosta ed anonima se non ce ne avesse parlato una delle loro figlie: S. Teresa di Lisieux, una delle sante più conosciute dell’ultimo secolo, patrona di Francia e delle missioni, dottore della Chiesa. Ebbene, lei stessa riconosce come la sua “piccola via”, che l’è valsa il titolo di doctor caritatis, l’abbia cominciata a imparare in famiglia, a quella scuola dell’amore umile dei genitori.
La canonizzazione avviene nel bel mezzo del Sinodo Ordinario della Famiglia, un segno scelto dal Santo Padre, che ne aveva voluto le reliquie a Roma durante il Sinodo Straordinario dello scorso anno. Una scelta per mostrare la bellezza della famiglia, la sua forza costruttrice di amore e di santità e non soltanto un luogo di criticità e problematicità.
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Paolo Tomassoni è consulente familiare e del Centro familiare ‘Casa della Tenerezza’ in Perugia