Prima che chiudesse i battenti la fiera dei cavalli, Remo mi porta a salutare un dirigente. E’l’occasione per entrare in uno dei tanti padiglioni e gustare uno spettacolo degno di questo nome: il “cuttinghorse”.
E’ uno sport a cavallo, specialità nata per un’esigenza pratica dei mandriani che dovevano separare i capi della mandria per la loro marchiatura o cattura. Si è trasformata in seguito in una vera specialità sportiva oggetto di gare. L’obiettivo del cutting è “tagliare”, isolare un capo dalla mandria.
Appena separato il vitello dal gruppo, il cavallo con mosse repentine e determinanti deve impedirgli di rientrare nella mandria parandoglisi contro, rintuzzando ogni tentativo, anzi allontanandolo con decisione. Definirlo uno spettacolo avvincente è dir poco.
Ma mentre uscivo, riflettevo sull’abilità, sulla scaltrezza usata dal mandriano nell’accostare prima e dividere poi decisamente la vittima designata.
Mi ha commosso il vitello così braccato da vedersi vanificare i numerosi tentativi di salvare la vita rientrando nella comunità. Ho assistito ad “agonie”, vere battaglie, di chi non si rassegna a vivere senza la comunità; senza il respiro della mandria ogni vitello è destinato al macello.
Ho capito che il termine “cutting” è sinonimo di separazione, divisione. Insomma è la definizione di diavolo. Ecco perché ci è venuta in soccorso l’onnipotenza dell’Amore, unica capace di tenerci in famiglia annullando la perfida astuzia del divisore.
Ciao da p. Andrea
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