Dopo lo sciopero contro i tagli governativi, oltre 30mila studenti delle scuole cattoliche israeliane sono tornati in classe. Contemporaneamente il vicario patriarcale a Gerusalemme, monsignor Giacinto-Boulos Marcuzzo e il direttore generale del Patriarcato, padre Faysal Hijazin, hanno incontrato gli studenti, rilevando “un clima di entusiasmo e buonumore”.
L’incontro avviene al termine di circa un mese di protesta contro la statalizzazione degli istituti paritari, i quali hanno subito una riduzione delle sovvenzioni, fino alla copertura di appena il 29% delle spese. Al tempo stesso, il governo aveva posto un limite alle rette che le scuole possono ricevere dalle famiglie.
Al termine della trattativa tra governo e scuole cattoliche, l’esecutivo si è impegnato a versare una prima rata di 50 milioni di shekels (50 miliardi di euro) per l’anno accademico 2015-16, annunciando anche l’annullamento del taglio al budget in vigore dal 2013.
Gli studenti avranno il diritto al tempo pieno e gli insegnanti verranno pagati per i corsi di aggiornamento, le malattie e i permessi speciali. Una speciale Commissione sarà istituita per dirimere le controversie tra le parti.
A conclusione dei suoi auguri di buon inizio d’anno scolastico, monsignor Marcuzzo ha chiesto la diffusione nelle scuole dei principi ispirativi dell’enciclica Laudato Si’.