Una forma di tutela nei confronti delle proprietà dei cristiani costretti ad abbandonare l’Iraq. È quella messa a punto dal Governo di Baghdad attraverso una serie di disposizioni annunciate dal ministro iracheno della Giustizia, Haidar al-Zamili. In un comunicato ripreso dall’agenzia Fides vengono spiegate le nuove misure. Esse si caratterizzano per un controllo più serrato sulle compravendite e sui passaggi di proprietà di immobili appartenenti a cristiani, per scoraggiare frodi e possibili espropri non autorizzati. In caso di vendita, le trattative dovranno essere condotte direttamente dal proprietario dell’immobile o da un delegato appartenente alla sua famiglia. Le procedure di transazione delle proprietà dovranno in ogni caso essere certificate con attestazioni emesse direttamente dal venditore e dall’acquirente.
Negli anni, specie a Baghdad e nell’area di Kirkuk, si è assistito a veri e propri furti “legalizzati” delle proprietà di famiglia cristiane, fuggite fin dal 2003, anno d’inizio dell’intervento militare statunitense nel Paese. Il fenomeno ha potuto prendere piede anche grazie a connivenze e coperture di funzionari corrotti e disonesti, che si sono messi a servizio di singoli impostori e gruppi organizzati di truffatori. Come ricorda Fides, lo scorso 13 luglio, il patriarca Louis Raphael Sako aveva rivolto un appello pubblico alle autorità politiche e istituzionali del Paese, chiedendo al Governo maggiore protezione contro le bande di delinquenti che attentano ai beni e alle persone.