Avevano 18 e 12 anni i due ragazzi palestinesi uccisi negli scontri con l’esercito israeliano in Cisgiordania, Huthayfa Othman Suleiman e Abed al-Rahman Shadi Obeidallah. La morte dei due giovani – la prima avvenuta a Tulkarem, nel nord dei Territori, l’altra nei pressi del campo profughi di Aida vicino Betlemme- ha fatto salire ai massimi livelli la tensione nel paese.
Mentre le autorità palestinesi accusano dell’uccisione del bambino “un cecchino dell’esercito israeliano”, l’esercito israeliano ha fatto sapere di aver aperto un’indagine sull’episodio e ha detto che nella repressione della “violenta e illegale manifestazione” sono stati usati mezzi non letali. Intanto Benjamin Netanyahu – che in serata ha tenuto il Consiglio di difesa – ha ribadito “il pugno duro” contro il terrorismo e contro chi istiga alla violenza”. Il premier israeliano ha inoltre annunciato le già note misure di sicurezza: maggiori truppe in Cisgiordania, demolizioni delle case dei presunti terroristi, arresti preventivi e provvedimenti nei confronti dei gruppi radicali dei coloni.