"Sei cristiano? Allora tra un attimo vedrai Dio". Nuova strage in un campus Usa

Un giovane ha fatto irruzione in una classe e ha ucciso 9 persone ferendone altre 7. Prima di aprire il fuoco ha chiesto agli studenti la loro fede religiosa

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L’ennesima strage in un campus universitario americano assume contorni confessionali. Nell’Oregan, all’Umpqua Community College di Roseburg, un 26enne di nome Chris Harper Mercer ha sparato sugli studenti e ucciso nove di loro e ne ha feriti altri 7. Dalle ricostruzioni, sembra che il giovane, che non era uno studente dell’istituto, prima di sparare abbia fatto alzare in piedi gli studenti e abbia chiesto loro di quale religione fossero.

Si tratta della sparatoria con più vittime avvenuta quest’anno dalla tragedia di Charleston in South Carolina, dove il 21enne Dylan Roof aprì il fuoco in una chiesa metodista durante la messa, uccidendo nove persone. Strage che lascia gli Stati Uniti sgomenti. In un messaggio alla nazione, il presidente Barack Obama ha detto che “i pensieri e le preghiere non bastano più”, e ribadisce: “Siamo il solo Paese avanzato nel mondo che registra queste stragi ogni pochi mesi”. Le attuali leggi sulla vendita di armi, pertanto, “non sono sufficientemente sicure”.

Una giovane studentessa, sopravvissuta alla strage, ricostruisce la dinamica dei fatti. La ragazza ha detto che l’assassino è entrato in aula, già sparando, e ha chiesto a professori e studenti di sdraiarsi a terra. Mentre ricaricava l’arma, ha quindi intimato ai cristiani di alzarsi. “Sei cristiano? Tra un attimo vedrai Dio”, diceva il giovane, a chi ammetteva la sua fede. Il racconto della giovane è stato confermato in un tweet anche da una donna, la cui nonna era in una stanza di lettura accanto a quella della tragedia e che è stata testimone delle fasi concitate della sparatoria: “L’assassino faceva allineare le persone e chiedeva loro se erano cristiani. Se dicevano ‘sì’, gli sparava alla testa. Se dicevano ‘no’ o non rispondevano, gli sparava nelle gambe”.

“È duro da comprendere perché simili tragedie continuino ad accadere. Purtroppo, viviamo in mezzo a una cultura che non apprezza la dignità e la sacralità di ogni vita”. Con queste parole mons. Alexander King Sample, arcivescovo di Portland, ha commentato la strage.

 

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ZENIT Staff

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