La Comunità di Sant’Egidio, da sempre vicina alle condizioni di vita della popolazione anziana, celebra il decimo anniversario della Festa dei Nonni (2 ottobre 2015) in tutte le sue comunità, sottolineando l’importanza di costruire ovunque un’alleanza tra le generazioni come base per la crescita e lo sviluppo di un Paese che è il secondo al mondo come longevità. La presenza di tanti anziani è una ricchezza e una risorsa per la nostra società. Invecchiare bene è possibile ed è altrettanto auspicabile una soluzione diversa da quella dell’istituzionalizzazione che troppo spesso accorcia la vita anche di persone che godono di buona salute.
Per questo i nonni non vanno “scartati”, isolati e dimenticati negli istituti o nelle loro case. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a troppi anziani morti da soli e scoperti dopo settimane se non mesi, perché nessuno si era accorto della loro assenza. Non trasformiamo la fortuna di vivere più a lungo in una condanna: Sant’Egidio, in oltre 40 anni di amicizia con gli anziani in tutto il mondo, ha dimostrato che è possibile restare a casa propria senza essere condannati alla solitudine.
Gli esempi sono tanti. Ma c’è anche un programma, “Viva gli anziani!” – promosso dalla Comunità e ormai affermato anche a livello istituzionale – che ha dimostrato, statistiche alla mano, come si può cambiare. Da oltre un decennio la popolazione anziana di 3 rioni storici di Roma (Esquilino, Testaccio e Trastevere) viene monitorata costantemente con contatti diretti. Il risultato è sorprendente: riduzione del 40 per cento dei ricoveri in istituto e del 10% negli ospedali con un vantaggio calcolabile, per quanto riguarda il risparmio economico della collettività, e uno incalcolabile come qualità della vita.
Lo ripetiamo con forza nella decima Festa dei Nonni: restare a casa propria è un diritto per tutti, a partire dagli anziani. Basta creare attorno a loro una rete di amicizia, di rapporti umani e di servizi che ancora in Italia in gran parte manca.