Lettura
I brani seguenti si trovano nella seconda parte del Vangelo di Luca, nel viaggio verso Gerusalemme. Siamo all’inizio dell’ottobre missionario e questo testo ce ne può far cogliere in pienezza il senso. Tra coloro che, chiamati dal Maestro, ora seguivano Gesù (Lc 9,57-62), vi erano, oltre ai Dodici, numerosi discepoli (Mc 2,15). Tra di essi sono da annoverare con assoluta certezza quelle persone che vissero con Gesù dal momento del battesimo di Giovanni fino all’ascesa del Signore al cielo.
Meditazione
Gesù chiama tutti ad annunciare il Vangelo. L’Evangelista insiste sul motivo dell’invio di “altri settantadue”: la penuria di operai. Insiste poi, su due esigenze del discepolo: l’assenza di preoccupazione per il suo avvenire e il comportamento con coloro che lo ospitano. Le consegne di Gesù sono esplicite: mitezza, povertà, pace, interesse per i bisognosi e sapersi accontentare. Il Maestro, tuttavia, vuole infondere nei discepoli l’audacia che scaturiva dall’assoluta certezza di essere stati mandati da Dio. Una buona partenza è sempre importante, perché determina il percorso successivo. Gesù è presente nella vita del discepolo e nella sua missione. Dio vuole dei collaboratori che possano fare le stesse cose che ha fatto lui, anzi lui le fa con loro. È questo il mistero coinvolgente dell’incarnazione. Il missionario non può portare niente con sé. Deve evitare tutto ciò che può facilitare la sedentarizzazione e tutto ciò che impedisce la parresia. Non contrarre dipendenze o servitù, né edulcorare le parole per non mettere a disagio le persone e scendere a compromessi. I discepoli sanno che il cammino discepolare è una vicenda di lotta, è un andare incontro a un possibile rifiuto. È questa una quotidiana esperienza che non deve sorprendere. L’annuncio che porta il discepolo non è marginale, opinabile, ma è decisivo. Chiede l’adesione della vita. È una proposta dentro la vita della gente, non è una verniciatura. L’annuncio del Regno è fortemente scomodo, pone la persona innanzi a una scelta decisiva che anticipa il giudizio escatologico. Non è un “secondo me”. È una roccia, una pietra sulla quale la persona ricostruisce la propria vita oppure, con il rifiuto, si infrange.
Preghiera
«Mio Dio! Trinità Beata, desidero amarti e farti amare, lavorare per la glorificazione della Chiesa Santa salvando le anime che sono sulla terra e liberando quelle che soffrono nel purgatorio. Desidero compiere perfettamente la tua volontà e arrivare al grado di gloria che mi hai preparato nel tuo regno» (Teresa di Lisieux, Storia di un’anima).
Agire
Lungo la giornata ripeterò ogni tanto la parte del brano evangelico (una frase, una parola) che oggi mi colpisce maggiormente e che dice al mio cuore qualcosa di importante e personale.
Meditazione del giorno a cura di mons. Gerardo Antonazzo, vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it