Black beans

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Cristianesimo in ammollo

Non disperare mai, neanche del…minimo bene o del bene al minimo.

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In una delle tante riunioni, dove vengono vagliate puntualmente aspirazioni, tensioni e delusioni della vita quotidiana, mi capitò di sentire qualcuno che non tollerava mezze misure.  

Non sopportava la ripetizione sterile di parole e riti che non sortiscono mai risultati; anzi illudono spesso chi li compie e scandalizzano chi s’aspetta che le parole dette siano anche fatte e vissute.

Intervenne anche il saggio che invitava a non essere così drastici, né ammalati di disperato assolutismo. Esortava a guardare la realtà con occhio positivo, esprimendo il suo pensiero con un paragone: “È vero – diceva – che i riti sono sempre gli stessi, le cerimonie si ripetono fino alla noia, che “se acqua non bolle non si cuoce fagiolo”.

Io so che la mia mamma – spiegava – prima di procedere alla cottura del baccalà, prima di mettere sul fuoco i fagioli, li lasciava per molto tempo in ammollo. L’acqua calda, non bollente, se non altro, serve ad ammorbidire i cibi e prepararli alla cottura.

Con un sorriso precisava che stiamo vivendo tempi di cristianesimo spesso non bollente. Ma è bene –diceva – tollerare che anche questo “cristianesimo in ammollo”. Può preparare un cristianesimo autentico, portatore di fuoco. Ciò avverrà appena i tempi saranno maturi.

Non disperare mai, neanche del…minimo bene o del bene al minimo.

Il saggio terminò incoraggiante il suo intervento: “Un fiammifero è minima cosa, quasi insignificante; ma se persevera a rimanere acceso, quella piccola, insignificante fiamma avrà prima o poi l’occasione di innescare l’incendio”.

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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