Dopo 33 anni gli Stati Uniti hanno cancellato Cuba dalla loro ‘black list’, l’elenco che segnala i Paesi finanziatori del terrorismo internazionale. Si va avanti quindi con la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra i due paesi dopo il “disgelo” del 17 dicembre scorso, per cui – a detta degli stessi presidenti Obama e Castro – ha giocato un ruolo fondamentale Papa Francesco.
La decisione di eliminare Cuba dalla ‘lista nera’ era stata già presa da Obama il 14 aprile, in seguito alla richiesta del Dipartimento di Stato americano al presidente e al Senato, alla vigilia del VII Summit delle Americhe, a Panama. Solo ieri, però, la decisione si è potuta rendere operativa, al termine cioè dei 45 giorni di tempo entro i quali il Congresso americano avrebbe potuto sollevare obiezioni.
La prossima tappa sarà dunque la riapertura delle rispettive ambasciate. Inoltre, come annunciato sempre in occasione del vertice di Panama, il prossimo 8 luglio verrà inaugurata una tratta aerea giornaliera dalla Florida a Cuba.
Il lungo embargo a Cuba scattò nel 1982, in piena Guerra fredda: l’isola finì nella ‘lista’ a causa del suo sostegno ai gruppi ribelli comunisti dell’America Latina, alle Farc della Colombia, all’organizzazione terroristica basca Eta, e per aver offerto ospitalità ai latitanti americani ricercati per reati politici. Ciò comportava per il paese caraibico sanzioni economiche e l’impossibilità di ricevere aiuti.
Attualmente col suo depennamento, nell’elenco rimangono solo tre Paesi: Iran, Siria e Sudan.