Basta chiacchiere, basta invidie e gelosie, basta con tutte quelle “guerre” che danno adito ad uno “spirito di divisione” che mina all'”unità”. Quella unità, cioè, che Cristo stesso ha chiesto e raccomandato ai suoi discepoli riuniti nel Cenacolo, e che ha pagato con “le sue piaghe” durante la Passione.
Il Papa a Santa Marta rilancia questa esortazione del Signore ai cristiani ad essere “uno”, come Lui è uno con il Padre. “Dobbiamo fare spazio allo Spirito perché ci trasformi come il Padre è nel Figlio, una sola cosa”, afferma il Pontefice: questa è “la grande preghiera di Gesù”, come ricordano le letture della liturgia odierna. Questo è ciò che tiene in piedi oggi la Chiesa, dopo millenni. Non, però, come una “colla”, ma per “grazia di Dio”.
Questa grazia i cristiani sono chiamati a difenderla lottando, perché a ostacolare continuamente il desiderio di unità c’è la “grande tentazione” di cedere all’altro “padre”, il padre della “menzogna” e della “divisione”, afferma Bergoglio. Gesù – rimarca – “sa che lo spirito del mondo” è “uno spirito di divisione, di guerra, di invidie, di gelosie, anche nelle famiglie, anche nelle famiglie religiose, anche nelle diocesi, anche nella Chiesa tutta: è la grande tentazione”. Per questo, ai discepoli dice di pregare non solo per loro ma anche per tutti quelli che crederanno in Lui “mediante la loro parola”.
Noi, allora, dobbiamo rispondere a questa preghiera lottando per “essere uno, una sola cosa” e per “non lasciare posto alla divisione fra noi, non lasciare che lo spirito di divisione, il padre della menzogna entri in noi”. Per i cristiani questa è una vera e propria “sfida”, ammette il Santo Padre.
Ribadisce quindi l’invito a “cercare sempre l’unità”: “ognuno è come è, ma cerca di vivere in unità”. In che modo? Ad esempio pensando che “Gesù ti ha perdonato”, allora “perdona tutti quanti”. La Chiesa “ha tanto bisogno di questa preghiera di unità”, insiste Francesco, anche perché non esiste una Chiesa tenuta insieme dalla “colla”.
“Un altro consiglio – conclude il Papa – che Gesù ha dato in questi giorni di congedo è di rimanere in Lui: ‘Rimanete in me’. E chiede questa grazia, che tutti noi rimaniamo in Lui. E qui ci indica perché, lo dice chiaramente: ‘Padre, voglio che quelli che mi hai dato, anch’essi siano con me dove sono io’. Cioè, che questi rimangano là, con me. Il rimanere in Gesù, in questo mondo, finisce nel rimanere con Lui ‘perché contemplino la mia gloria’”.