La leggerezza del pellegrino

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 17,11-19

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Lettura

Nella sua lunga e intima preghiera Gesù rivolge al Padre quattro imperativi: 1) «custodisci nel tuo Nome coloro che mi hai dato perché siano uno come noi» (Gv 17,11); 2) «consacrali nella verità» (Gv 17,17); 3) «siano uno come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi uno in noi» (Gv 17,21); 4) «voglio che siano con me» (Gv 17,24). La realtà di comunione, di amore e dono reciproco fra Padre e Figlio si riversa e si svela nel mistero di unità e di relazione d’amore della e nella comunità ecclesiale.

Meditazione

Nella sua preghiera Gesù chiede al Padre che i discepoli siano come Lui: presenti nel mondo, ma non proprietà del mondo: «Essi sono nel mondo […] Non chiedo che tu li tolga dal mondo […] Essi non sono del mondo come io non sono del mondo». Perché l’azione del maligno consisterà proprio nel tentare i discepoli a lasciarsi riassorbire dal mondo, per questo devono essere custoditi nel nome del Padre. Essi, come Gesù, sono in certo modo degli estranei nel mondo, dei pellegrini di passaggio in cammino verso il grembo della Trinità. Tuttavia, il loro posto è nel mondo. Al cristiano è davvero necessaria la psicologia del viaggiatore, la forma mentis del pellegrino nel relazionarsi con tutti coloro e con tutto ciò che egli incontra. Ma l’essere pellegrini non significa mancanza di responsabilità né stare a guardare senza sporcarsi le mani, bensì vivere controcorrente rispetto alle seduzioni del mondo. La Chiesa nel mondo è “prolungamento” dell’Incarnazione del Verbo: «Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo». Incarnata nel mondo ma come “pellegrina” nel mondo, la Chiesa può rappresentare una speranza per il mondo. E i discepoli di Gesù devono essere uno come Noi, uno in Noi. Gesù parla di un’unità in crescendo e in progresso, per nulla scontata né realizzata una volta per sempre, un bene da ricercarsi di continuo senza mai arrendersi alle difficoltà. L’unità dei discepoli è il segno nel mondo dell’unità divina. E senza una profonda unione con Dio è irrealizzabile l’unità nella Chiesa! Non è certo moltiplicando parole che la Chiesa converte gli uomini, ma solo vivendo il sogno dell’unità consegnato da Gesù in preghiera. La comunione nell’unità, prima che impegno e sforzo di ciascuno di noi, è un dono dall’Alto che siamo chiamati a cogliere, a custodire e a coltivare.

Preghiera

O Santissima Trinità, Fonte d’amore e unità, Casa di comunione per la comunità, dammi la passione per il Vangelo, schiudi la conchiglia del mio cuore per accogliere la rugiada della Parola ed essere luce di Vangelo a ogni ora. Amen.

Agire

Oggi cercherò di distaccarmi da tutto ciò che appesantisce la bisaccia del mio cuore… per essere davvero “pellegrino di Vangelo”.

Meditazione a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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