Dov’è che lo Spirito della Pentecoste vuole spingere la Chiesa?

La chiamata è ad uscire da noi stessi, aprire i nostri cuori, testimoniare la verità e denunciare le ingiustizie

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

I discepoli restarono chiusi qualche giorno in preghiera nel cenacolo in attesa di ricevere lo Spirito Santo promesso da Gesù. A qualche giorno dalla celebrazione della solennità della Pentecoste, dobbiamo chiederci quale sia il contesto attuale nel quale lo Spirito Santo desidera agire per mezzo della Chiesa.

La Pentecoste è una solennità molto importante della comunità cristiana, perchè lo Spirito Santo dona alla Chiesa la sua dimensione missionaria. Lo Spirito Santo è l’assoluto protagonista della missione della Chiesa. Il vento dello Spirito da un lato spinge i discepoli ad uscire dal Cenacolo e dall’altro invita la folla che era a Gerusalemme a recarsi verso quel luogo dal quale provveniva quel grande fragore, causato dal rombo improvviso proveniente dal cielo. Possiamo quindi dire che la prima opera dello Spirito è quella di avvicinare il predicatore all’ascoltatore.

La seconda opera dello Spirito Santo è quella di rendere comprensibile a tutti il messaggio delle opere di Dio. I discepoli vengono raggiunti da lingue di fuoco ed annunziano il Vangelo di Cristo in ogni lingua allora conosciuta, in maniera da rendere chiaro a tutti il contenuto della loro predicazione. Quel fuoco di amore, sceso dall’alto sul cuore dei discepoli, dona l’ardore missionario per riscaldare l’animo degli uditori, illuminandoli con la verità della rivelazione divina.

Queste considerazioni ci invitano a farci delle domande: quali sono le paure che l’uomo di oggi ha bisogno di vincere? Chi sono i pellegrini di oggi che stanno attendendo la rivelazione di Cristo? Quale è la verità che necessita con maggiore urgenza di essere rilevata e testimoniata?

La prima paura per l’uomo rimane quella della morte che diventa disperazione soprattutto per i più ricchi e i più potenti del mondo, i quali cercano di dimenticarsi del loro limite temporale, accumulando grandi tesori ed esercitando una dolorosa oppressione sui popoli della terra. I sistemi economici e politici attuali sono conseguenza di questa ansia della morte.

La festa di Pentecoste invita la Chiesa a dialogare e annunziare la verità di Cristo sulla vita eterna, per far comprendere che i valori evangelici della solidarietà, della giustizia e della verità sono i cardini sui quali costruire quella civiltà dell’amore all’interno di una società maggiormente attenta ai bisogni di ogni uomo.

Oltre alla virtù del dialogo, lo Spirito Santo dono la forza di denunziare le ingiustizie, i malaffari e la corruzione che investono i vari ambiti della società. I mezzi di comunicazione dovrebbero trasformarsi sempre di più in cenacoli a cielo aperto, dove riportare quelle informazioni che sono la causa della povertà e del degrado della nostra società. La testimonianza della verità è la prima forma di giustizia. Portare alla luce le intenzioni di alcune correnti ideologiche che vogliono distruggere l’identità di genere dell’uomo e della donna, denunziare il tentantivo di equiparare il matrimonio tra uomo e donna con altre forme di unioni tra persone dello stesso sesso, raccontare le modalità utilizzate dai fabbricanti di morte per fare entrare le armi nelle zone di guerra, segnalare tutte le varie forme di tratta degli esseri umani presenti nel mondo, descrivere le gravi conseguenze causate dall’inquinamento del nostro pianeta, sono contrìbuti della verità per lo sviluppo di un mondo più sano, equo e solidale.

La forma più grande di incontro suscitato dallo Spirito Santo è l’accoglienza. La Chiesa non può restare rinchiusa e indifferente davanti alle tante tragedie che affliggono gli uomini e le donne che chiedono ospitalità nei nostri territori. Uscire da se stessi significa aprire le porte del proprio cuore e della propria casa ai profughi e agli immigrati che scappano dalle zone di conflitto e dalle tante situazioni di estrema povertà materiale e spirituale. L‘accoglienza è la risposta concreta alla voce dello Spirito Santo, perchè attualizza con semplici gesti la carità cristiana. Anche se si tratta di accogliere persone di altre religioni, lingua, cultura e razza, il linguaggio universale dell’amore è una testimonianza dell’opera di Dio che agisce per mezzo di queste famiglie cristiane, le quali, offrendo il loro servizio, si trasformano in ponte di amore tra Gesù Cristo e l’umanità.

Lo Sprito Santo soffia dove vuole e spinge ognuno ad andare per una certa direzione a compiere la missione che gli è stata affidata. La Pentecoste dona senso e valore ad ogni vita umana, perchè nessuno è destinato a vivere solo per stesso ma è chiamato a dare in quale forma la vita per l’altro. Lo Spirito Santo rivela la propria vocazione e, allo stesso tempo, dona il coraggio per attuarla.

Il primo frutto di questa grande festa cristiana è quello di far uscire ogni uomo e donna dalla prigrizia, dal torpore e dalla rassegnazione che sono le vere piaghe della Chiesa e della nostra società. Il fuoco, simbolo dello Spirito Santo, riscalda, illumina e consuma. Ogni esistenza umana che trascorre i suoi giorni senza riscaldare il cuore di chi gli sta vicino, senza illuminare e dare speranza alle situazioni di chi incontriamo nel nostro cammino, è una vita che non si è “consumata” per l’altro, è una vita che non ha conosciuto quella pienezza, quella gioia e quella speranza che lo Spirito Santo vuole donare ad ogni essere umano di ogni tempo.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Osvaldo Rinaldi

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione