“Sconfiggere la fame nel mondo si può e si deve”

Ad Expo 2015 presentato uno studio su 99 Caritas del mondo

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«Sconfiggere la fame nel mondo è un obiettivo raggiungibile. Sì, noi dobbiamo farlo, possiamo farlo. Yes, we can». Lo ha detto oggi il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente uscente di Caritas Internationalis, presentando un’indagine sulla sicurezza alimentare ai 174 delegati delle Caritas riuniti ad Expo per il Caritas Day.

Maradiaga ha consegnato lo studio nelle mani del suo successore il neo-eletto Luis Antonio Tagle, vescovo di Manila, che ai partecipanti all’assemblea ha voluto indirizzare un messaggio di saluto e incoraggiamento. «Sono contento che oggi in mezzo all’Expo la nostra fede in Gesù Cristo è rappresentata dalla motivazione a servire l’umanità: la fede apre il cuore e per questo amiamo i poveri come Dio ama noi».

Secondo l’indagine, benché nel mondo siano ancora 805 milioni le persone che non hanno cibo sufficiente, negli ultimi anni il numero è sceso di 40 milioni confermando una linea di tendenza che dura da un ventennio. Sebbene la strada sia ancora lunga, combattere la fame del mondo non è un’utopia ed il modo migliore per raggiungere il risultato è aiutare i piccoli agricoltori ad adattarsi ai cambiamenti climatici, tre le prime cause della malnutrizione.

La ricerca che ha coinvolto 99 Caritas nazionali del mondo, rappresentative dell’83 per cento della popolazione globale, è stata realizzata da Caritas Internationalis, l’agenzia umanitaria internazionale delle comunità cattoliche degli Stati Uniti – il Catholic Relief Services – e un istituto di ricerca indipendente, Grey Matter Research & Consulting.

Secondo lo studio le prime tre cause dell’insicurezza alimentare sono la mancanza di risorse – terra, semi, prestiti, accesso ai mercati – per i piccoli agricoltori, la bassa produttività agricola, e l’impatto dei cambiamenti climatici.

Come fare? Anche se ci sono state svariate idee su come affrontare la fame, più di un terzo di coloro che hanno risposto al sondaggio ha detto che l’azione più importante per ridurre la fame, la malnutrizione e l’insicurezza alimentare è migliorare agricoltura (35%).

Secondo lo studio la chiave di volta è aiutare i piccoli agricoltori.
«L’agro-business vuole produrre più cibo ma con un obiettivo commerciale e questo non aiuta a garantire che tutti abbiano da mangiare – ha sostenuto Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis in conferenza stampa. Chi produce cibo oggi sono per la maggior parte piccoli agricoltori. Dobbiamo aiutare  loro a coltivare, ad aver accesso al credito, a commercializzare meglio i loro prodotti. Dobbiamo fermare il land grabbing, l’accaparramento di terra, e fare in modo che le famiglie producano per loro e la loro comunità, se vogliamo sconfiggere la fame».

Secondo il presidente di Caritas italiana, monsignor Luigi Bressan, «è possibile intervenire sulle grandi compagnie: in una società globalizzata dove gli scambi sono rapidi, dove c’è grande quantità di cibo mal distribuito, dobbiamo favorire l’economia familiare».

Aiuto ai piccoli agricoltori, ridistribuzione più equa delle risorse ma anche lotta agli sprechi alimentari.

«La Caritas è in Expo – ha ricordato monsignor Luca Bressan, presidente di Caritas Ambrosiana –  per tanti motivi, tra cui anche quello di dimostrare che sugli scarti si può fare qualcosa, anche se vi sono ancora molti vincoli legislativi, giustificati, perché tutelano la nostra salute, ma che di fatto ci costringono a buttare grandi quantità di cibo».

Per questa ragione Caritas ha sostenuto il progetto Refettorio ambrosiano, la mensa dove i grandi chef del mondo chiamanti da Massimo Bottura, cucineranno per le persone in difficoltà proprio con gli avanzi prodotti dal sito espositivo.

In vista dell’apertura del Refettorio, Caritas ha siglato un accordo con Coop e altri operatori per il recupero delle eccedenze.

Il programma è partito in via sperimentale 13 giorni fa e in meno di due settimane ha già consentito di recuperare quasi due tonnellate di cibo fresco: carne e pesce. Le derrate sono state cucinate, congelate e ridistribuite nelle parrocchie e nelle mense per le persone in difficoltà.

Nel corso della giornata, le Caritss di tutto il mondo hanno raccontato esperienze di crisi alimentari e descritto buone pratiche del governo del territorio capaci di contribuire a risolvere i problemi.

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ZENIT Staff

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