È paradossale ma ancora oggi continua la persecuzione contro coloro che credono in Cristo. La relazione annuale della Associazione Pontificia di Aiuto alla Chiesa che Soffre, pubblicato nel dicembre dello scorso anno, attesta chiaramente che il cristianesimo è la religione più perseguitata nel mondo. Il dato che più preoccupa è che le molestie, le minacce e la discriminazione contro i seguaci di Cristo è in aumento.
Il rapporto mostra che la libertà religiosa è minacciata in quasi il 60% dei paesi del mondo. 200 milioni di cristiani sono brutalmente perseguitati e 350 milioni soffrono varie forme di discriminazione. Non passa giorno senza che si registrino nuove vittime di persecuzione.
C’è un dato che inquieta in particolare. Nel mainstream dei media di tutto il mondo, quando si parla della persecuzione dei cristiani, in genere viene indicato solo il numero delle vittime. Quando si prova a approfondire la notizia, si trova che la discriminazione non viene riconosciuta nel senso stretto della persecuzione religiosa, piuttosto viene motivata come reazione di carattere politico, sociale o economico.
Il 7 di gennaio a seguito dell’attacco terroristico contro il settimanale satirico francese Charlie Hebdo, sono stati pubblicati un gran numero di articoli con tanti editoriali di condanna. Ci sono state enormi dimostrazioni con la partecipazione di capi di Stato e di governo i quali hann condannato l’attacco terroristico e difeso la libertà di espressione rappresentata dalla rivista.
Ma quale tipo di libertà di parola veniva difeso? Barzellette blasfeme sulla religione e sul sacro non solo sull’Islam, ma anche sulle altre religioni, compreso il cristianesimo. È ovvio che non si tratta di un tentativo di trovare qualche attenuante per gli assassini, ma per evidenziare una certa mentalità che discrimina il sacro, e che è prevalente nei media e nella politica nelle varie parti del mondo.
È singolare che non ci sia stato una tale mobilitazione di massa in difesa dei cristiani uccisi in paesi dove è riconosciuto il diritto alla libertà religiosa. Il mondo sembra abituato al massacro dei cristiani. Sembra quasi che la discriminazione dei cristiani sia indifferente agli occhi del mondo secolarizzato.
Nel ricordare questi fatti, vorrei sottolineare che tutto questo non è nuovo. Mentre nel mondo occidentale, compresi gli Stati Uniti e il Canada, l’essere cristiani non significa rischiare la vita, tuttavia, abbiamo a che fare con fenomeni significativi di intolleranza religiosa. Siamo di fronte ad una sorta di guerra ideologica contro il cristianesimo, un nuovo tipo di Kulturkampf.
E che cosa dice Gesù di tutto questo? Nel Vangelo (Gv 6, 35-40), il Nazareno dice: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete”. Gesù semplicemente ci chiama a sé, promettendo di soddisfare tutti i nostri bisogni spirituali. Questa frase, in un certo senso, risponde anche alla nostra domanda su cosa è il sacerdozio e per cosa è fatto.
Esso è destinato a consentire che Cristo diventi pane e, quindi, di sfamare lo spirito di coloro che lo desiderano. Pertanto, Cristo Nostro Signore ha bisogno dei sacerdoti; ha bisogno delle nostre mani affinché, attraverso di noi, egli può arrivare alle persone. Il pane è necessario per la vita.
L’uomo ha bisogno di Cristo per vivere per sempre. C’è da auspicare che il pane e il vino, attraverso le nostre mani e le parole, diventino realmente la carne e il sangue del Signore. Se qualcuno dovesse chiedere se questo è tutto, io risponderei che è già molto, affinchè accada per volontà di Cristo.
È scritto nel Vangelo: “Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna” (Gv 6,40). Il Signore Gesù ci ha invitato a realizzare questa grande opera ed Egli affida se stesso a noi, in modo che possiamo portarlo agli altri. La storia della Chiesa ci mostra che, ovunque la celebrazione dell’Eucaristia è in declino, il cristianesimo lentamente comincia a scomparire.
È compito dei sacerdoti celebrare l’Eucaristia. A proposito dell’amicizia con Gesù, san Josemaría Escrivá commentava: “Gesù è il vostro amico. – L’Amico. Con un cuore umano, come il tuo. Con gli occhi amorevoli che pianse per Lazzaro … – E lui ti ama tanto quanto amava Lazzaro” (Cammino n. 422).