Rohingyan people displaced in 2012 Rakhine State Buddhist violence

Campo profughi Rohingya / Wikimedia Commons - DFID - UK Department for International Development, CC BY-SA 2.0

Filippine accolgono rifugiati rohingya lasciati in mare senza acqua né cibo

Oltre 5mila rifugiati sono stati respinti nei giorni scorsi da Indonesia, Malesia e Thailandia. Oggi la decisione del governo filippino che ha riscosso il plauso della Chiesa

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“Pensiamo a quei poveri Rohingya del Myanmar, che al momento di lasciare la loro terra per fuggire dalle persecuzioni non sapevano cosa sarebbe accaduto loro. E da mesi sono in barca, lì… Arrivano in una città, dove danno loro acqua, cibo, e dicono: ‘andatevene via’”. Diceva questo, oggi, Papa Francesco nella Messa mattutina a Santa Marta.

E proprio oggi giunge dalle Filippine la notizia che il paese si dichiara pronto ad accogliere sul territorio i circa 3000 rifugiati provenienti da Myanmar e Bangladesh, alla deriva nel golfo del Bengala, respinti da tutti gli altri Paesi del Sudest asiatico. Una posizione, questa, che ha messo d’accordo Stato e Chiesa cattolica.

Il ministro per le Comunicazioni, Herminio Coloma, ha sottolineato infatti che le Filippine hanno firmato la Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati, impegnandosi a “fornire aiuto e sollievo alle persone involontariamente sfollate dalle loro terre a causa di conflitti”. “Continueremo a fare la nostra parte per salvare vite umane” ha ribadito, ricordando che negli anni ‘70 le Filippine hanno già accolto i “boat people” vietnamiti fuggiti dal loro Paese dopo la guerra del Vietnam.

Da parte sua, padre Socrates Mesiona, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie nelle Filippine, apprezzando la posizione del governo, ha aggiunto: “È nostro dovere accogliere queste persone: se sarà necessario, daremo loro il benvenuto e cercheremo di garantire loro una vita dignitosa. Sono esseri umani e figli di Dio, creati a immagine e somiglianza di Dio. Il fatto che siano di religione musulmana non ci crea alcun problema e non cambia lo stato delle cose. Come ci insegna il Vangelo, saremo pronti a dare loro ospitalità”.

Nei giorni scorsi, Indonesia, Malesia e Thailandia avevano deciso di respingere i centinaia di migliaia di migranti appartenenti alla minoranza musulmana rohingya, fuggiti in gran parte dalla Birmania, dove non è concessa loro la cittadinanza né sono riconosciuti diritti fondamentali. I rifugiati – secondo le stime, circa 5000 – sono stati lasciati quindi alla deriva nel mare delle isole Andamanei, senza né cibo né acqua. La questione ha provocato grande tensione tra i paesi del sudest asiatico e suscitato reazioni internazionali che chiedevano di risolvere la crisi umanitaria al più presto. A seguito di queste, domani a Kuala Lumpur si terrà un vertice d’emergenza tra i ministri degli esteri di Malesia, Thailandia e Indonesia per discutere dell’emergenza.  

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ZENIT Staff

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