Alternative al carcere: a Rimini un incontro internazionale

La Comunità Papa Giovanni XXIII chiede al Ministro Orlando il riconoscimento del ruolo  positivo del terzo settore nel sistema penitenziale

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L’Unione Europea promuove, con il programma Criminal Justice, il miglioramento delle conoscenze e lo scambio di buone pratiche in tema di misure cautelari e alternative alla detenzione. Al suo interno il progetto Reducing prison population, advanced tools of justice in Europe è condotto in Italia dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Fornirà linee guida per l’implementazione delle misure alternative alla detenzione e un manuale operativo per la formazione degli operatori.

Una tre giorni di incontri con i partner dei 7 paesi europei coinvolti culminerà il 21 Maggio, con la visita alle Cec (Comunità educanti con i carcerati) Casa Madre del PerdonoCasa Madre della Riconciliazione e al laboratorio protetto La Pietra Scartata, gestiti dalla Comunità nella provincia di Rimini.

Saranno presenti fra gli altri il Direttore del Penitenziario di Timisoara-Romania, il Direttore del National Probation Office di Sofia-Bulgaria, i rappresentanti del Prap, Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria di Bologna e della Regione Emilia Romagna.

«Se consideriamo almeno 200 € al giorno spesi per la dentenzione tradizionale, con 10.000 posti disponibili in strutture alternative sin da subito in Italia, avremmo un risparmio di circa 500 milioni per le casse dello Stato. Nelle Cec la recidiva si abbassa dal 70% al 10%», dichiara Giorgio Pieri del Servizio Carcere della Comunità Papa Giovanni XXIII, che continua:

«Oggi il Ministro Orlando ha presentato gli “Stati Generali” del carcere: 18 commissioni per indagare i problemi del nostro sistema penitenziario e arrivare in autunno ad una proposta di riforma. Così come l’Unione Europea riconosce le Cec e il ruolo della Società Civile nella rieducazione del condannato, auspichiamo che anche il nostro governo voglia cogliere questa grande opportunità offerta al paese».

 

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ZENIT Staff

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