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Brasile. Stragi in carcere: l’appello dell’arcivescovo di Natal

Dopo l’ennesima carneficina, monsignor Vieria Rocha invoca la cessazione delle violenze ed esorta la società civile ad intervenire

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Il massacro avvenuto nella notte del 14 gennaio, sollecita una riflessione urgente sulle condizioni dei carcerati in Brasile. Lo afferma monsignor Jaime Vieira Rocha, arcivescovo di Natal, con riferimento al nuovo fatto di sangue, capitato nella sua diocesi, con l’uccisione di 26 detenuti in una rissa tra bande nel penitenziario dello stato di Alcaçuz, a Nisia Foresta.
“Senza dubbio, è necessaria una riflessione urgente sulle condizioni delle nostre prigioni – scrive l’arcivescovo in una nota -. Noi supplichiamo il buon Dio di calmare questi fratelli e rinunciare alla violenza, e chiediamo alla società e allo stato di cercare il dialogo e trovare il modo per affrontare i problemi che affliggono il nostro sistema carcerario”.
Il tragico episodio di Nisia Foresta, dove le vittime sono state quasi tutte decapitate, è la terza e più devastante strage capitata in un carcere brasiliano dall’inizio di quest’anno – quindi nell’arco di appena due settimane – dopo gli analoghi massacri perpetrati a Manaus e a Boa Vista.
Il problema diventa esplosivo principalmente in ragione delle mancanze di spazi all’interno delle carceri. A Nisia Foresta, ad esempio, la capienza è per 620 detenuti ma, di fatto, ne sono ospitati 1.150. Nel solo stato di Alcaçuz, i posti sono 3.500, distribuiti in 33 carceri, tuttavia la popolazione effettiva è di oltre 8000 detenuti.

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ZENIT Staff

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