Luigi Caburlotto: un pastore “con l’odore delle pecore” nella Venezia del XIX secolo

Il fondatore delle Figlie di San Giuseppe beatificato in piazza San Marco, alla presenza del cardinale Amato e del patriarca Moraglia

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Si è conclusa stamattina, in piazza San Marco, a Venezia, la cerimonia di beatificazione di Luigi Caburlotto (1817-1897), fondatore dell’ordine femminile delle Figlie di San Giuseppe.

Nella sua omelia, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha tracciato un profilo biografico del sacerdote veneziano, ricordando anche le parole di papa Francesco, che definisce il nuovo beato “eminente educatore dei giovani, apostolo infaticabile della carità evangelica e maestro fedele della dottrina cristiana”.

Alle sue figlie spirituali, don Caburlotto “lasciò una raccolta di preziosi e pratici suggerimenti, nei quali emerge la sua anima dolce, umile, paziente e piena di fede”.

Il nuovo beato, ha sottolineato il cardinale, non si fece mai scoraggiare dalla “povertà di mezzi economici” e, sostenuto dalla “divina Provvidenza”, fondò e guidò numerose “opere educative a favorire dei più bisognosi”.

Un giorno un economo gli suggerì di ridurre il vitto alle sue alunne ma il sacerdote rispose: “Non sarà mai che le mie orfanelle abbiano a patire: aumentate se volete il loro numero e diminuite le retta, io cercherò altrove aiuti per continuare la mia opera”.

Vivendo la carità come espressione dell’amore di Dio che “si traduceva in carità verso il prossimo”, Caburlotto arrivò a donare le proprie scarpe a un muratore povero, perché costui potesse recarsi in chiesa per il precetto pasquale.

Il beato non riusciva a concepire l’apostolato senza santità: “Senza santità l’apostolato inaridisce e l’entusiasmo sfiorisce. Con la santità la carità si espande nella gioia e nella fraternità e rende leggere le fatiche e le immancabili tribolazioni della vita quotidiana”, ha detto il porporato.

A conclusione della celebrazione eucaristica, è intervenuto il Patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, che ha definito Caburlotto un esempio concreto di pastore “con l’odore delle pecore”, secondo l’archetipo suggerito da papa Francesco.

Assieme a don Luca Passi (1789-1866), altro sacerdote veneziano, beatificato due anni fa, Caburlotto trasmette ai fedeli un esempio di “santità”, come “vera firma che autentifica l’apostolato in ogni epoca”, ha aggiunto il Patriarca.

Emblema di “carità pastorale”, il nuovo beato è anche “attualissimo come educatore”. Secondo Caburlotto, gli educatori devono vedere tutto, correggere poco, castigare pochissimo” ma soprattutto “ devono propriamente vestirsi di Gesù Cristo e pensare che si addossano non solo la cura del corpo, ma bensì quella dell’anima, cosa assai delicata…”.

 

 

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ZENIT Staff

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