“Aderiamo con convinzione all’appello presentato oggi da Avvenire per contrastare l’iniqua pratica dell’utero in affitto e lo rilanciamo con una sottoscrizione personale e associativa, affinché sia messa al bando questa nuova, terribile, forma di schiavitù femminile”. Lo ha dichiarato Paola Ricci Sindoni, Presidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita.
“Siamo convinti che la cosiddetta maternità surrogata sia un abuso compiuto sul corpo delle donne, usate come incubatrici, in cui la ‘delocalizzazione’ in Paesi poveri favorisce lo sfruttamento di chi non ha altro bene da vendere se non la propria capacità riproduttiva – prosegue Ricci Sindoni -. In questo modo si realizza inoltre un inqualificabile commercio di bambini fatti su commissione, una compravendita che, è bene ricordarlo, è normalmente e giustamente sanzionata in tutto il mondo quando svolta dopo la nascita”.
“Invitiamo quindi a firmare l’appello internazionale #stopsurrogacynow sul sito www.stopsurrogacynow.com. È necessario che soprattutto dalle donne inizi una seria battaglia, questa sì davvero femminista, contro un’industria inaccettabile che prospera sul desiderio di una genitorialità che ha perso i suoi limiti e sulla pelle di chi non può e non sa difendersi”, ha poi concluso la presidente di Scienza & Vita.