Lavorare in un azienda che ha tra i suoi obiettivi principali quello di conciliare la vita familiare con quella lavorativa dei suoi dipendenti, che si preoccupa concretamente della famiglia, facendo scelte che vanno poi ad incidere positivamente anche sulla produttività aziendale.
Non è un sogno ma si tratta del percorso di certificazione del Family Audit, che intende promuovere e introdurre politiche di conciliazione, sensibilizzando le imprese ad inserire misure più attente, rivolte ad armonizzare i tempi dedicati al lavoro con quelli rivolti alla famiglia e alle pari opportunità.
Questo percorso è stato promosso per prima dall’Agenzia per la famiglia, natalità e politiche giovanili della Provincia autonoma di Trento, ma oggi il marchio, in accordo con il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri di Roma può essere rilasciato a livello nazionale. Infatti, proprio in questi giorni, è stato approvato dalla Giunta provinciale il secondo Bando nazionale a favore delle organizzazioni che intendono attivare il percorso di certificazione Family Audit, il cui protocollo era stato sottoscritto nel dicembre scorso in occasione del Festival della famiglia 2014, dal Presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, con Franca Biondelli, Sottosegretaria di Stato del Ministero del lavoro e delle politiche sociali con delega alle politiche familiari.
L’Avviso è rivolto alle aziende, al no profit e agli enti pubblici. Il termine per la presentazione delle domande è fissato al 31 maggio 2015. “L’idea del Family Audit – spiega Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili – viene dalla Germania, dove già da diversi anni è applicata in molte strutture sia pubbliche che private. Si parte dal principio che nelle aziende non è necessario che tutto il personale sia presente alle otto di mattina, si possono fare turni e lasciare decidere al dipendente a che ora arrivare. In questo modo i miglioramenti non tardano ad arrivare. Infatti le aziende che hanno introdotto il Family Audit, hanno subito avuto una riduzione di richieste di permessi per malattia e questo giova moltissimo anche alla produzione”. E questa politica aiuta anche ad instaurare un rapporto di fiducia e di fedeltà tra i lavoratori e gli enti.
“Il Family Audit – continua Malfer – è un’idea di conciliazione vita-lavoro rivoluzionaria, soprattutto dal punto di vista femminile. Si aiuta la donna a vivere più serenamente la sua maternità, potendo stare di più con i figli soprattutto se molto piccoli, e in questo modo si invoglia anche alla natalità, essendoci le condizioni favorevoli”.
E a livello nazionale sono circa 130 le aziende che hanno già adottato questo percorso, di cui 80 in Trentino. “In alcuni casi – sottolinea il dirigente – le società hanno messo a disposizione dei dipendenti alcuni servizi per aiutarli nella vita famigliare, come ad esempio un maggiordomo aziendale per il pagamento di bollette e piccole incombenze, oppure uno spazio dove poter far arrivare in azienda gli acquisti fatti on line. Sono piccole rivoluzioni che cambiano non solo totalmente la visione del lavoro ma migliorano la qualità della vita di tutti!”.