“Coltivare sempre, insieme all’attività sportiva, anche agonistica, la dimensione religiosa e spirituale”. Questo il mandato di Papa Francesco ai dirigenti e agli atleti della Società Sportiva Lazio, ricevuti questa mattina in Aula Paolo VI in occasione del ‘compleanno’ della polisportiva.
Sono trascorsi infatti 115 anni, da quando, nel 1900, – ricorda il Papa – “un gruppo di giovani prese l’iniziativa di creare una società sportiva che fosse accessibile ai giovani del popolo e che tramandasse i valori morali ed etici dello sport. A quei tempi lo sport organizzato era prerogativa delle persone facoltose. L’intento di quel gruppo fondatore era quello di diffonderlo a tutti i livelli e in tutte le categorie sociali”.
Nata quindi come piccola realtà podistica, la “Lazio” nel corso degli anni si è poi arricchita di diverse attività associate e articolata in numerose sezioni sportive, che oggi vedono l’adesione di tanti soci, atleti, e sostenitori di ogni età, “uniti tra loro dal comune spirito olimpico e dal desiderio di reciproca solidarietà”. Soprattutto in questi decenni la Società si è sforzata di mantenere alti “gli ideali che ne hanno caratterizzato le origini”.
Un “patrimonio morale e sportivo” che Francesco sintetizza simbolicamente nel motto latino, tratto da Sallustio: “Concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur”. “Sarebbe interessante chiedere la traduzione a qualcuno dei vostri ragazzi… Ma forse è meglio di no!”, scherza il Pontefice, traducendo la frase: “Nella concordia le piccole cose crescono, nella discordia le più grandi decadono».
“La vostra lunga storia ha confermato quest’antica sentenza”, aggiunge il Santo Padre, che incoraggia quindi dirigenti e sportivi “a continuare ad essere accoglienti, a valorizzare i diversi talenti”, affinché la polisportiva “sia sempre una casa aperta, dove si possa sperimentare la fraternità e l’armonia fra le persone”.
Guardando sempre al passato, il Papa rileva inoltre che un merito della polisportiva Lazio è stato “di avere operato per dare pari dignità a tutti gli sport”. “In Italia, come anche nel mio Paese, in Argentina, si rischia di parlare sempre del calcio e di trascurare gli altri sport – osserva -. Invece ogni disciplina sportiva ha un suo valore, non solo fisico o sociale, ma anche morale, in quanto offre la possibilità alle persone, specialmente ai ragazzi e ai giovani, di crescere nell’equilibrio, nell’autocontrollo, nel sacrificio e nella lealtà verso gli altri”.
Come insegna infatti la Bibbia “la persona umana è un tutt’uno, spirito e corpo”. Per questo Bergoglio esorta “a coltivare sempre, insieme all’attività sportiva”, anche “la dimensione religiosa e spirituale”. Perché “a volte capita che un ragazzo o una ragazza, per gli allenamenti e le gare, lasci perdere la Messa, la catechesi”, e “questo non è buon segno”, vuol dire – afferma il Papa – “che si è persa la scala di valori”.
Allo stesso tempo, il Pontefice chiede di “non trascurare lo studio, le amicizie, il servizio ai poveri”. “Grazie a Dio – soggiunge – abbiamo degli esempi belli di uomini e donne sportivi, anche grandi campioni, che non hanno mai smesso di vivere la fede e il servizio al prossimo”. In realtà, “il vero sport favorisce la costruzione di un mondo più fraterno e solidale, contribuendo al superamento di situazioni di ingiustizia e di disagio umano e sociale”.
Congratulandosi ancora con la Società Sportiva “per la sua lunga e proficua attività”, il Papa conclude esortando ancora una volta “a proseguire sulla strada al servizio dell’aggregazione dei giovani e delle famiglie” e invoca su tutti la materna protezione di Maria.