La Comunità di Sant’Egidio ha lanciato un nuovo appello per la città di Aleppo, auspicando che “cresca il numero di chi non vuole accettare che un’intera popolazione venga abbandonata a se stessa”.

In un comunicato, Sant’Egidio denuncia una “guerra devastante, che dura ormai da più di tre anni, di fronte alla quale la parola più adatta è “vergogna”.

Nella nota viene sottolineata anche l’inerzia della “comunità internazionale”, che non è riuscita a “fermare il massacro di una città siriana, simbolo di millenaria convivenza fra religioni e culture diverse”, mentre l’opinione pubblica europea e occidentale si è rivelata “troppo distratta per potersi preoccupare di migliaia di morti e migliaia di sfollati”.

“I dati di Amnesty International sui civili uccisi dalle bombe fanno paura e ricordano che nel mirino del terrore ci sono chiese, moschee, mercati, ospedali e scuole, cioè i luoghi che rappresentano la vita di una città”, si legge ancora nel comunicato.

La Comunità di Sant’Egidio invita poi a riprendere l’appello Save Aleppo, lanciato un anno fa da Andrea Riccardi con migliaia di adesioni a favore di un canale umanitario per soccorrere la popolazione e aprire spiragli per la pace, nella speranza che possa essere “la base per un intervento urgente della comunità internazionale”.

<p>“Non fare nulla o attendere troppo prima di agire equivale a far morire di abbandono Aleppo – prosegue la nota -. Si tratta di una proposta che ha ricevuto il consenso, appena una settimana fa, dei massimi rappresentanti delle Chiese orientali durante il primo summit intercristiano su Cristiani in Medio Oriente: quale futuro?, promosso da Sant’Egidio e dall’arcidiocesi di Bari”.

Il comunicato si conclude con il seguente appello: “Non abbandoniamo Aleppo, facciamo il possibile per denunciare il dramma di questa città vicina, perché sull’altra sponda del Mediterraneo, riapriamo alla speranza la sua popolazione!”.